Siria, l’Isis giustizia cento combattenti stranieri: volevano disertare
Lo Stato islamico, meglio noto come Isis, ha ucciso cento foreign fighters che tentavano di disertare, scappando dalla città di Raqqa nel nord della Siria. Lo ha riferito al Financial Times un attivista siriano che si oppone sia al regime di Assad che all’Isis, che ha chiesto l’anonimato, in un articolo in cui si racconta che il morale basso dei combattenti jihadisti e le diserzioni stanno indebolendo l’Isis. «Dopo la caduta di Mosul a giugno, l’Isis si presentava invincibile», ha detto un ufficiale americano al quotidiano britannico, sottolineando che le cose sono cambiate dopo l’inizio dei raid della coalizione internazionale a guida americana, in agosto, che hanno fermato l’avanzata dei jihadisti, provocando ingenti perdite nelle file dell’Isis. Solo tra ottobre e novembre, circa duemila raid hanno provocato oltre 500 morti, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani.
Giustiziata anche una “spia”
I jihadisti hanno inoltre giustiziato sommariamente un uomo nel nord della Siria perché accusato di aver lavorato come spia per la coalizione internazionale anti-Isis. In un filmato pubblicato nelle ultime ore su Internet da uno degli account dell’Isis in Siria, dei jihadisti a est di Aleppo mostrano un corpo senza vita, indicando l’uomo come responsabile di aver inviato segnali agli aerei della coalizione sulle postazioni dell’Isis.