Il Vaticano si “inchina” alla Cina: il Papa non riceverà il Dalai Lama
È arrivato oggi a Roma il Dalai Lama. Parteciperà al Summit dei Nobel per la Pace, che si sarebbe dovuto tenere in Sudafrica e che è stato spostato in Italia proprio per consentire la sua presenza: Pretoria gli aveva negato il visto per non irritare la Cina. E la volontà di non creare tensioni con Pechino sembra essere dietro anche a un altro rifiuto incassato dal leader dei buddisti tibetani: quello opposto dalla Santa sede a un incontro con Papa Francesco.
Il desiderio di incontrare Bergoglio
«Questa volta non incontrerò Papa Francesco, l’amministrazione del Vaticano dice che non è possibile perché potrebbero crearsi degli inconvenienti. Però apprezzo il Pontefice», ha detto arrivando a Roma Tenzin Gyatso, in esilio in India da quando nel 1959 fu costretto a lasciare il Tibet e da allora impegnato in una costante campagna internazionale per il riconoscimento dei diritti del suo popolo, di cui è anche guida politica. In una lunga intervista a Repubblica di oggi, aveva invece spiegato che «sarei molto felice di incontrarlo di persona» senza fare però alcun accenno diretto al fatto che l’incontro non vi sarebbe stato e alla delusione che, stando a fonti del suo entourage, ne è seguita.
Una decisione politica
La Santa Sede aveva già spiegato che non erano previste udienze con i Nobel e che al summit sarà inviato un messaggio a firma del segretario di Stato di Stato Pietro Parolin. Dunque, il Dalai Lama alla stregua degli altri laureati di Oslo, senza considerarne il ruolo di leader religioso, per di più di un popolo perseguitato. Semmai, sembra che a essere stato tenuto in conto sia stato il suo ruolo politico, visto che tutta politica appare la decisione della Santa Sede.
Il Papa sogna la Cina
Città del Vaticano – è stato chiarito – non vuole entrare nelle «tensioni» tra il Dalai Lama e Pechino, una spiegazione che diversi osservatori hanno letto cambiando l’ordine dei termini: la Santa Sede non vuole crearsi tensioni con Pechino, con cui sta costruendo una fitta, complicata relazione diplomatica in vista di quel viaggio in Cina che Bergoglio compirebbe – come ha spiegato – «anche domani». Una interpretazione che Oltretevere non deve essere passata inosservata se oggi nei palazzi vaticani hanno sentito la necessità di far trapelare una precisazione sulla «stima» che Papa Francesco riserva al Dalai Lama.