14 gennaio 1923: nasce la Milizia, custode della rivoluzione fascista
Il 23 gennaio 1923 con legge dello Stato si istituiva la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (Mvsn), nota anche come Camicie Nere. L’esigenza di fondare questa milizia era dovuta al fatto che Mussolini e gli altri dirigenti fascisti non volevano che si disperdesse quella che era stata l’anima della rivoluzione fascista, ossia le Squadre d’Azione, e contemporaneamente c’era la necessità di una guardia armata della rivoluzione stessa. Più di ogni altra istituzione del regime, la Mvsn rappresentò sempre la garanzia che la rivoluzione sarebbe continuata e non avrebbe perso grinta con la sua costituzionalizzazione. E così in effetti fu, perché la Msvn si occupò principalmente della formazione e dell’addestramento dei giovani, dei tornei sportivi e successivamente, in guerra, si distinse per coraggio e per valore, come testimoniano le migliaia di decorazioni ricevute sul campo, tra cui anche 90 Medaglie d’Oro.
Giuramento davanti a Mussolini
La Milizia giurava davanti al duce e rispondeva soltanto a lui, ma in caso di guerra la Milizia veniva assorbita dal Regio Esercito. Contestualmente alla formazione della Milizia, vennero sciolte tutte le altre formazioni politico-militari. Il primo comandante della Milizia fu il quadrunviro Emilio De Bono, cui succedettero Italo Balbo e Cesare Maria De Vecchi. A quest’ultimo seguì il generale Asclepia Gandolfo e il generale Maurizio Ferrante Gonzaga. Dal 1926, il comando venne assunto direttamente da Benito Mussolini. I compiti della Milizia furono molteplici: politico, educativi, militari. Era organizzata secondo lo schema dell’esercito dell’Antica Roma: c’era un Comando generale con sede a Roma, retto da un capo di Stato maggiore, quattro Comandi di raggruppamento e due Comandi di Camicie Nere delle Isole, 33 Comandi di gruppo retti da Consoli generali, 120 Comandi di Legioni, comandate da Consoli; di ogni Legione facevano parte 3 o più Coorti. C’erano poi 13 Legioni di complemento, comandate da Seniori, sei Coorti autonome, comprendenti tre o più Centurie, e una Legione Mutilati. Gli ufficiali erano una parte in Servizio permanente effettivo e un’altra, la maggiore, veniva richiamata per addestramenti, campi, mobilitazioni varie, parate o anche ragioni di ordine pubblico. Molte vuole furono mobilitate per le calamità naturali, come ad esempio per l’alluvione della Valtellina del 1926.
Si aderiva esclusivamente su base volontaria
Il reclutamento delle Camicie Nere è esclusivamente volontario. Accanto alla Milizia ordinaria poi vennero create le Milizie speciali. Di quella ordinaria facevano parte la Confinaria, l’Universitaria, l’Artiglieria contraerea, l’Artiglieria marittima, mentre delle speciali erano le Milizie ferroviaria, Portuale, Forestale, Stradale, Post telegrafonica. Della Mvsn facevano anche parte i famosi Moschettieri del Duce, voluti dal gerarca Gino Calza Bini, che effettuavano servizio d’ordine e cerimoniale al Quirinale. Da notare che anche dopo la guerra, sino a oggi, tutte le polizia speciali sono ancora suddivise nelle specialità della Milizia, Corazzieri compresi. Comunque, nel 1935 la Milizia Volontaria mobilitò – tra divisioni e battaglioni – ben 170mila uomini per la guerra d’Etiopia. L’anno successivo i volontari della Mvsn accorsero a costituire i reparti italiani che appoggiarono i nazionalisti nella guerra civile spagnola, dove si distinsero in numerose battaglie ed entrarono a fianco delle truppe franchiste a Madrid e Barcellona. Nel 1939 battaglioni di Camicie Nere parteciparono alla conquista dell’Albania, in aprile, mentre a settembre scattava la mobilitazione in seguito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Dopo la dichiarazione di guerra del giugno del 1940, oltre 220 battaglioni di Camicie Nere vengono mobilitati per poi partecipare a operazioni di guerra su tutti i fronti. Nel 1941, dopo che la Mvsn si era distinta in valore ed eroismo, i migliori battaglioni delle Camicie Nere d’Assalto vennero trasformati in battaglioni “M”. Guerra su tutti fronti, si diceva. Nel luglio 1943 alcuni battaglioni combatterono in Sicilia per contrastare l’invasione alleata. Dopo il 25 luglio, non un solo uomo della Milizia depose le armi, ma continuò a combattere per la patria. Neanche dopo l’8 settembre la Milizia si dissolse come accadde in quasi tutte le forze armate italiane. Ma dopo che il 6 dicembre 1943 Badoglio la sciolse, la maggior parte dei suoi elementi aderì alla Repubblica Sociale Italiana, dove fu assorbita dalla Guardia Nazionale Repubblicana e dall’esercito della Rsi. La Mvsn, nella sua storia, ebbe circa 15mila caduti, 20 Ordini militari Savoia, 90 Medaglie d’Oro, 37 ricompense al Valor militare, 1232 Medaglie d’Argento, 2421 Medaglie di Bronzo e 3658 Croci di Guerra.