Altri 600 sbarchi in Sicilia. Il Tribunale di Milano: troppi “falsi” rifugiati
Circa 600 immigrati, in due diversi sbarchi, sono arrivati in Sicilia tra ieri sera e stamattina. A Porto Empedocle, nell’Agrigentino, ne sono arrivati 348, tra i quali 20 minorenni e 38 donne. Dopo l’ormeggio sono stati rifocillati con cibo e acqua e in quattro, fra cui una bambina siriana affetta da sclerosi multipla e un somalo con problemi cardiaci, sono stati accompagnati all’ospedale di Agrigento. Gli altri sono in attesa di essere trasferiti nei centri d’accoglienza dell’Isola.
Da Pozzallo ad altre cinque province
Sono 242, poi, gli immigrati arrivati ieri sera a Pozzallo, nel Ragusano, con la nave Peluso della Guardia costiera. Si tratta di 230 uomini, 6 donne e 6 minorenni, che sono stati trasferiti con i pullman in cinque province italiane: Ancona, Bari, Perugia, L’Aquila e Firenze.
Il rapporto del Tribunale di Milano
Per il gruppo di Porto Empedocle si parla di siriani, pakistani e somali. Per quello di Pozzallo per lo più di siriani. Resta da capire quanti abbiano effettivamente i requisiti per accedere allo status di rifugiati. Un rapporto del Tribunale di Milano presentato oggi, il “Bilancio di responsabilità sociale 2014”, spiega infatti che nel giro di otto mesi, tra aprile e novembre scorsi, la Prefettura di Milano ha rigettato «oltre il 40%» delle richieste d’asilo politico presentate da immigrati «recuperati nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum».
Rigettato il 40% delle richieste di asilo
La relazione chiarisce che delle 3.360 procedure «instaurate» alla prefettura di Milano nel periodo analizzato «sono state definite 1006 richieste, con oltre il 40% di rigetti». Una situazione che crea anche alcune difficoltà organizzative, visto che i rigetti «stanno comportando inevitabilmente la proposizione dei previsti procedimenti di reclamo» e che a questi si aggiungono «analoghi procedimenti instaurati da parte dei richiedenti che hanno ottenuto solo la protezione umanitaria, rispetto alla pretesa di ottenere un grado più alto di protezione».
Il Tribunale: c’è un rischio paralisi
Ma il Tribunale avverte anche su un ulteriore rischio connesso al fatto che, è scritto, «i flussi di ingresso stanno proseguendo»: la «significativa» possibilità che «la situazione emergenziale si “istituzionalizzi”, assorbendo risorse rilevanti (non solo in termini di tempo-lavoro, ma anche sul versante finanziario) in maniera permanente».