Charlie Hebdo va a ruba: e Al Qaeda minaccia «tragedie e terrore»
Charlie Hebdo: cronaca di un successo annunciato, straripante. Il numero 1178 di Charlie Hebdo, uscito in tre milioni di copie una settimana dopo la strage in redazione, è esaurito in tutti i punti vendita di Francia già da questa mattina presto, tanto che si è pensato di provvedere alla stampa di altri due milioni di esemplari, in diffusione da giovedì. E non solo: sono stati messi sul mercato, sul sito di aste online e-Bay, i primi numeri del periodico satirico finito sanguinosamente nel mirino dell’integralismo islamico.
Copie esaurite ovunque
C’era grande attesa, insomma, per l’uscita di questo numero successivo all’eccidio. Un’attesa solo in parte incentivata dalla diffusione in anticipo della copertina del settimanale che, in tono dimesso – subito abbondanato dalle rituali pesanti provocazioni a sfondo sessuale e al limite della blasfemia riservate all’interno – sancisce il “perdono” di Maometto: «Tout est pardonné… Je suis Charlie», proclama infatti dalla prima pagina il Profeta ritratto dal Journal irresponsable. Giornale le cui copie sono andate praticamente a ruba nelle maggiori edicole delle stazioni di Parigi (alla gare Saint-Lazare, alla gare de Lyon e alla gare du Nord), prese d’assalto prima ancora dell’alba. Un evento replicato praticamente ovunque, e purtroppo verificatosi sulla scia di sangue dell’attentato del 7 gennaio che ha decimato la redazione, il cui sacrificio estremo ha generato il fenomeno dell’eccezionale incremento di vendite della rivista che abitualmente vendeva in edicola fra le 30 e le 60.000 copie.
L’Iran condanna la pubblicazione
Una pubblicazione, quella francese, divenuta simbolo internazionale della resistenza alla sviolenta opraffazione terroristica di matrice isalmica: non è un caso che, proprio nelle stesse ore in cui la rivista torna in edicola, a sette giorni dall’attentato nella redazione parigina, uno dei leader di Al Qaida nello Yemen, Nasr al-Ansi, in un video di 11 minuti torni a rivendicare l’attacco a Charlie Hebdo e a minacciare «nuove tragedie e terrore». «La Francia – si dice nel video qaidista – appartiene al partito di Satana. La strage al giornale ha vendicato il Profeta». Parole a cui, con toni e intenti diversi, fa eco anche la condanna istituzionale, pronunciata dal ministero degli Esteri iraniano, della pubblicazione della vignetta su Maometto in copertina. «Il rispetto delle convinzioni e delle santità di religioni divine è un principio indiscusso e ci si aspetta che gli statisti europei seguano questo principio», ha tuonato la portavoce del ministero, Marziyeh Afkham. «L’uso improprio della libertà di parola nell’Occidente non è accettabile e dovrebbe cessare», ha proseguito. L’Iran, ha quindi chiosato la portavoce, «condanna atti provocatori. L’iniziativa del settimanale francese offende e provocherà i sentimenti dei musulmani nel mondo»… Molte nazioni pagano per le politiche sbagliate dell’Occidente», ha poi “insidiosamente” concluso Afkham.