Chiude in negativo la produzione industriale nel 2014
Sia pure di poco, torna positiva la produzione industriale a novembre. Uno 0,3% in più rispetto ad ottobre, quando il dato congiunturale aveva segnato zero. Un lieve incremento, quindi, che non incide più di tanto sull’andamento annuo, fisso ad un ribasso che registra un meno 1,8%. Il quinto consecutivo, anche se più contenuto rispetto al precedente. Nella media dei primi undici mesi 2014 la produzione è scesa dello 0,9%. E difficilmente l’ultimo mese dell’anno potrà capovolgere le sorti del 2014, che si avvia a chiudere in negativo, allungando a tre gli anni di produzione al ribasso.
Consumi ancora molto bassi
La situazione , pertanto, continua ad essere critica. E come tale è percepita. Tant’è che non ci sono segnali di ritorno alla fiducia da parte degli operatori, di imprese e famiglie. Secondo Confcommercio, il lieve incremento dei consumi rispetto ad ottobre (0,2%) non compensa affatto il calo tendenziale che viaggia intorno allo 0,3%. “Il contesto congiunturale nel quale si inserisce – si legge nel rapporto sui consumi – non sembra idoneo a supportare, nei prossimi mesi, dinamiche sostenute dalla domanda”. E’ evidente che le misure adottate dal governo, negli ultimi tempi, non hanno modificato il quadro macroeconomico né ridato impulso ad una significativa ripresa dell’attività economica e industriale. Le conseguenze sono drammatiche sul piano occupazionale. Siamo ormai abbondantemente oltre il 13 %, mentre la percentuale di quella giovanile supera il 45%.
A picco il tasso di occupazione
Quel che è più grave è che il tasso di disoccupazione italiano continua a muoversi in direzione opposta a quello dell’Eurozona: il 13,4% a fronte dell’11,5% nei Paesi della moneta unica. La situazione non migliora se si guarda il tasso di occupazione, ossia l’indice che misura l’incidenza degli occupati sul totale della popolazione in età lavorativa. Siamo al 55,5% , uguale allo scorso anno, un dato ancora molto basso. Secondo Eurostat appena 6 italiani su dieci, nella fascia di età tra i 20 e i 64 anni, lavorano. In Francia ,nella stessa fascia, lavorano 7 francesi su 10. In Germania 8 tedeschi su 10. Ancor più distante il paragone con gli Stati Uniti, dove, a dicembre, il tasso di disoccupazione è arrivato al 5,6%, la metà di quello dell’Eurozona e al livello più basso dalla metà del 2008.