
Cirielli (FdI): Alfano con il Cav? Hanno tradito gli elettori, dal voto la conferma
Home livello 2 - di Gloria Sabatini - 23 Gennaio 2015 - AGGIORNATO 23 Gennaio 2015 alle 18:57
«Non mi sorprende, anzi mi fa piacere che sia venuta alla luce del sole». Edmondo Cirielli, parlamentare di Fratelli d’Italia, un passato nel Msi e in An, guarda con disincanto alla ritrovata intesa tra Silvio Berlusconi e l’ex pupillo “traditore”, Angelino Alfano. «È coerente con quello che stanno facendo in Parlamento da tre anni, non è una novità: questi signori insieme prendono i voti del centrodestra per sostenere prima Monti, poi Letta e adesso Renzi».
È una mossa vista della partita del Quirinale o qualcosa di più?
Di sicuro è un elemento di chiarezza anche per gli elettori, che capiranno definitivamente che il leader di Forza Italia e il ministro dell’Interno non rappresentano più il popolo di centrodestra. Il loro è uno schema che risponde a interessi personali e non della comunità nazionale.
Nella vulgata di queste ore Berlusconi è il vincitore. “Scacco matto” del Cavaliere?
Non direi proprio. Il patto del Nazareno è un imbroglio svelato agli occhi degli elettori che non porterà consensi a Berlusconi, anche perché il “diavolo – si sa – fa le pentole ma non i coperchi”. Dentro Forza Italia non tutti lo seguiranno e la frattura con Raffaele Fitto dopo le elezioni sarà definitiva. Con questa legge elettorale il Cavaliere, che oggi è vicino al 10 per cento, porterà in Parlamento una cinquantina di deputati. Non parlerei di scacco matto ma di arrocco, l’ultima mossa disperata della torre. Il re è nudo.
Che partita avrebbe dovuto giocare l’ex premier?
Avrebbe dovuto riunificare tutte le forze moderate contro Renzi e il suo governo, invece di cercare accordicchi per restare sulla scena…
E Angelino Alfano?
«Chi era costui?», diceva don Abbondio. Politicamente parlando, si intende.
Fratelli d’Italia ha ribadito il suo no. Nessun margine di manovra?
Non ci interessa un accordo a ribasso con Renzi né con chi è alleato di fatto con il premier. Per la successione a Napolitano avremmo potuto trovare un’intesa con “tutti” per eleggere un presidente forte, garante degli interessi dell’Italia. E invece… Siamo pronti ad allearci con chi vuole costruire un’alternativa alla sinistra e alla normalizzazione renziana-
Con la Lega, invece, il feeling cresce…
La Lega può diventare un partner importante, del resto insieme con Forza Italia abbiamo già governato con il Carroccio, tanto più è possibile oggi con la virata di Salvini rispetto alla vecchia politica anti-meridionalista. Ma accordi organici sono impossibili finché il leader leghista non dichiarerà superata per sempre la stagione del secessionismo per dare vita a un nuovo soggetto di centrodestra che spazzi via il patto del Nazareno.
L’identikit del presidente della Repubblica ideale?
Una personalità forte, magari anche giovane, che sappia rappresentare e difendere l’Italia in Europa. Un De Gaulle italiano contro la casta Renzi-Berlusconi.