Fassino, Gentiloni, Lanzillotta: ecco la terna di Renzi per il Quirinale
Quello che avrebbe voluto è Piero Fassino. Quello a cui ha pensato è Paolo Gentiloni. Quello su cui potrebbe convergere è Linda Lanzillotta. Non abbiamo la palla di vetro. Ma una attenta lettura dei fatti ci fa pensare che questa è, ad horas, la terna di Renzi per il Colle. Nomi che andrà a proporre agli alleati e a Silvio Berlusconi. Con la variante Romano Prodi da immettere, eventualmente, quale diversivo. Il bulletto toscano ha reiterato il convincimento di poter giungere all’elezione del nuovo presidente della Repubblica tra la quarta e la quinta votazione. Ovvero con la sola maggioranza assoluta (505 voti) e al riparo da imboscate e ricatti. Fu Giulio Andreotti a spiegare che la partita del Quirinale è senza regole. Ecco, Renzi sa che da questo match deriverà la sua più o meno lunga sopravvivenza politica. E poiché primum vivere deinde philosophari, ha fatto due conti e ha stilato la terna. Eccone i motivi:
Piero Fassino
la vera prima scelta del segretario del Pd, è un politico di vecchia scuola. Ha scansato la rottamazione lasciando il Parlamento e candidandosi sindaco di Torino ed è stato tra in primi nel partito a sponsorizzare l’ascesa dell’ex sindaco di Firenze. Ha esperienza e conoscenze adatti allo scopo. Anzitutto a proteggere, dal Colle, la navigazione della compagine di governo. E manderebbe sicuramente l’Italia al voto, come Matteo Renzi auspica, entro il prossimo mese di Giugno.
Paolo Gentiloni
è la carta di rimbalzo. Il neo ministro degli Esteri, dipinto come uno con poche qualità, in questo caso dimostra di avere proprio quelle necessarie. È l’unico renziano doc presente in parlamento ad avere l’età per ascendere al Quirinale. Le cancellerie occidentali hanno già cominciato a conoscerlo e Silvio Berlusconi, che l’ha potuto vedere all’opera come ministro delle Comunicazioni, non si metterebbe certo di traverso.
Linda Lanzillotta
è la variante di genere che, alla fine, potrebbe spuntarla. Sciolta di fatto Scelta (Civica), la moglie di Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, potrebbe sempre contare sull’endorsement di Mario Monti e sui plurimi rapporti del marito per ovviare all’assenza di pedigree internazionale e diventare la prima donna presidente. Ottime frequentazioni e conoscenze trasversali, stimata da Gianni Letta, potrebbe mettere d’accordo anche i più riottosi a sinistra in forza di una giovinezza che la vide militare nelle formazioni maoiste. Una donna che non farebbe ombra: l’ideale per Renzi.