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Gasparri: gli entusiasti delle primarie sono degli sfigati che non hanno voti

Gasparri: gli entusiasti delle primarie sono degli sfigati che non hanno voti

Home livello 2 - di Federico Morbegno - 12 Gennaio 2015 - AGGIORNATO 12 Gennaio 2015 alle 13:01

Il risultato delle primarie liguri del Pd è “chiaro e incontrovertibile”: lo afferma la vincitrice Raffaella Paita, rinnovando l’impegno a lavorare per l’unità del partito in vista della vera sfida, quella delle regionali. Quanto al suo avversario Sergio Cofferati, che ha detto di non riconoscere l’esito del voto, Paita ha osservato che, «se ci sono irregolarità da verificare questo va fatto», osservando però che c’è stato uno scarto di 4.000 voti. «E’ chiaro che è un risultato schiacciante. Dico a Sergio che dobbiamo lavorare insieme e costruire una ottima proposta».

 La Commissione di garanzia martedì valuterà i ricorsi

Dal canto suo, il segretario del Pd ligure Giovanni Lunardon in merito alle primarie ha così commentato il ricordo presentato dai sostenitori di Cofferati: «Ci sono ricorsi pendenti depositati presso l’organo di garanzia delle primarie, che valuterà se ci sono state irregolarità, ci sono tutti gli strumenti per arrivare presto a una convalida del voto, la proclamazione del vincitore è prevista un minuto dopo che la Commissione di garanzia ha valutato i ricorsi. La commissione dei garanti è presieduta da una figura eminente, non di parte, riconosciuta e apprezzata da tutti, che è Fernanda Contri. La Commissione è riunita per domattina (martedì, ndr) alle 9, farà il suo lavoro ed emetterà un giudizio; sulla base del giudizio l’ufficio politico della coalizione proclamerà ufficialmente il vincitore. E’ il momento di tenere i nervi saldi, sono primarie molto importanti, è normale che ci siano delle polemiche, il dato positivo è stata la grande partecipazione al voto dei liguri, sono andati a votare più persone che in Emilia Romagna. Raffaella Paita ha vinto con un vantaggio di oltre 4000 voti, un vantaggio significativo e netto maturato soprattutto nelle riviere, a La Spezia e nel Ponente, Sergio Cofferati nel centro della Regione».

«Al voto cinesi, marocchini e esponenti del centrodestra»

Come è noto, Cofferati ha denunciato la presenza ai seggi di stranieri, soprattutto cinesi e marocchini, oltre a «riconosciuti esponenti del centrodestra» denunciando quello che ha definito «un inquinamento molto pesante non solo per i voti della destra ma con il voto organizzato di intere etnie». Cofferati, che nell’ultima fase della campagna elettorale ha picchiato duro sull’endorsement avuto dalla sua principale avversaria di esponenti e forze di centrodestra come l’Ncd, ha annunciato che le irregolarità saranno segnalate alla Commissione di garanzia e anche alla segreteria nazionale del partito.

Gasparri: il Pd considera gli extracomunitari come ascari

«Dopo i rom di Marino, i cinesi di Burlando e Paita», commenta Maurizio Gasparri di Forza Italia. «Brogli alle primarie del Pd o attuazione dell’auspicio di Carlo Marx: “proletari di tutto il mondo unitevi” ? Scoppia l’ennesima bufera nel partito di Renzi – continua Gasparri – dove il cosiddetto “cinese” Cofferati contesta le votazioni per scelta del candidato Pd alle regionali liguri, per l’eccessiva presenza di cinesi e altri extracomunitari alle urne. Il cinese fregato dai cinesi, così potremmo intitolare questa nuova farsa Pd. Che conferma la scarsa credibilità delle primarie e la scarsa serietà del Pd, che vede gli extracomunitari come ascari da usare come manovalanza nella lotta interna». Quanto alle primarie in generale e alla richiesta di Fitto, Tosi e Meloni in particolare – prosegue Gasparri – «tutti quelli che sono dissidenti si uniscono, è l’unione delle minoranze, ma tanto il consenso ce l’hanno altri, Berlusconi o Salvini. Quelli che sono entusiasti delle primarie, essendo sfigati nei loro schieramenti, urlano di più per farsi fare la fotografia, ma i voti non ce l’hanno loro». «Fitto – prosegue – ha rifiutato, sbagliando, ogni proposta di coinvolgimento nei vertici del partito da parte di Berlusconi. Se uno poi si chiama fuori e vuole fare la polemica, si vede che farà come altri, come Alfano o Fini, che però non sono stati seguiti dagli elettori nel momento in cui si sono schierati contro Berlusconi».

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12 Gennaio 2015 - AGGIORNATO 12 Gennaio 2015 alle 13:01