Kerry in visita a Parigi. Fermato il complice di Coulibaly
Operazioni di polizia nella notte, allarmi bomba e rinnovata allerta massima. È questa la Parigi che ha accolto oggi il segretario di Stato americano John Kerry, arrivato in città dopo la clamorosa assenza del governo Usa alla grande manifestazione di martedì. «I nostri cuori sono con voi», ha detto Kerry a Francois Hollande al suo arrivo all’Eliseo.
L’incontro di Kerry e Hollande
«Penso che voi sappiate di avere le piene e sentite condoglianze del popolo americano, e so che sapete che noi condividiamo il dolore e l’orrore per tutto quello che avete passato», ha aggiunto Kerry, che poi si recherà, tra l’altro, a visitare i luoghi dell’attacco a Charlie Hebdo e al supermercato kosher. «Anche voi siete stati vittime di un attentato terroristico eccezionale l’11 settembre 2001. Dobbiamo trovare insieme le risposte necessarie», è stata la risposta del presidente francese.
«La minaccia non è mai stata così forte»
L’allerta resta altissima, mentre proseguono le operazioni di polizia legate agli attentati di lunedì e si registrano nuovi episodi ai limiti della psicosi. «La minaccia non è mai stata così forte. Lo stato islamico può essere in grado di fare attentati in Europa», ha detto il primo ministro, Manuel Valls, aggiungendo che «è lungi dall’essere finita». In questo clima, dunque, si inserisce l’allarme bomba che nella prima mattinata ha portato all’evacuazione della Gare de l’Est per la presenza di due pacchi sospetti, segnalati a quanto pare da una telefonata anonima. Allarme poi cessato nel giro di un’ora e mezza, dopo le perquisizioni da parte degli artificieri.
Nella notte dodici nuovi fermi
E perquisizioni e fermi, dodici secondo Le Parisien, sono stati compiuti nella notte in varie località della banlieue parigina in relazione agli attentati della scorsa settimana. Si tratterebbe di nove uomini e tre donne, tutti pregiudicati e noti alle forze di polizia per reati di traffico di stupefacenti e traffico d’armi. Tra i fermati c’è il principale complice di Amedy Coulibaly, quello che gli ha fornito “il più rilevante supporto logistico” e in particolare l’auto su cui viaggiava prima della sparatoria a Montrouge.