Legge elettorale, Pd in confusione. Renzi prigioniero della minoranza
Sulla legge elettorale Matteo Renzi continua a ciurlare nel manico. Eppure se davvero si vuole ridare spazio al cittadino, basterebbe, come sostiene Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale, consentire che “ogni cittadino possa semplicemente poter scegliere in una volta sola il presidente, la coalizione, il parlamentare”. “Ci rendiamo conto – sottolinea ironicamente il parlamentare – che se così fosse stato nè Monti nè Letta nè Renzi sarebbero diventati premier, ma se si è sinceri quando si fanno le riforme si rottama quello che c’era prima, nel nome della trasparenza e dei diritti democratici del popolo”.
Confusione in casa Pd
La verità , aggiunge Rampelli, è che ” siamo ostaggi di un presidente del Consiglio nominato, arrivato a Palazzo Chigi per giochi di palazzo. E lui è ostaggio della sua minoranza. Sarebbe ora che sia lui sia il Pd si rendessero conto che tutto ciò è ridicolo e una volta tanto andrebbero messi in soffitta i giochini per seguire solo ciò che è onesto”. In casa Pd, infatti, la confusione regna sovrana. La settimana che si apre, secondo il presidente del gruppo democratico al Senato, Zanda, sarà molto delicata.
Settimana decisiva
“Il Pd – spiega – ha la possibilità di confermare di essere l’asse su cui si regge il sistema politico italiano. E’ la chance, la speranza del Paese per uscire dalla crisi. La legge elettorale è un tema di cui parliamo da anni, anche in Parlamento. La Camera ha votato un testo che è arrivato in aula a Palazzo Madama notevolmente migliorato. Un miglioramento indiscusso su cui tutti concordiamo”. Ma le cose stanno porpio così? Non sembra proprio. Tanto che lo stesso Zanda deve ammettere che ” ci sono ancora questioni aperte, anche con emendamenti presentati da senatori Pd che propongono differenze non sulla scelta della formula la sulla qualità in cui si declina”. Un eufemismo che nasconde non pochi problemi in casa Pd.