E l’imam getta la maschera: «Gli islamici non credono alla libertà di parola»
Non c’è proprio limite all’indecenza e alla provocazione, neanche quando tutta l’Europa vive lo sgomento del massacro di Parigi. «I musulmani non credono nel concetto di libertà di espressione». Lo ha affermato, beffardamente, il predicatore islamico britannico Anjem Choudary in una lettera scritta a un giornale londinese. «In un mondo sempre più instabile ed insicuro – ha aggiunto il provocatore integralista – le potenziali conseguenze di insultare il Messaggero Maometto sono conosciute dai musulmani e dai non musulmani». Choudary, che era stato arrestato nei mesi scorsi a Londra per predicare l’odio nei suoi sermoni, ha aggiunto anche che «contrariamente a quello che si crede, Islam non vuole dire pace ma sottomissione al volere di Allah».
L’«onore» del Profeta
«Proprio perché l’onore del Profeta è qualcosa che tutti i musulmani vogliono difendere, molti prenderanno la legge nelle proprie mani», aggiunge il predicatore radicale, che ricorre poi a un argomento molto utilizzato da chi si colloca su posizioni estremiste come le sue: «I governi occidentali sono contenti di sacrificare libertà e diritti quando complici di torture e rendition – scrive – o quando limitano la libertà di movimento ai musulmani, sotto le mentite spoglie della difesa della sicurezza nazionale». E al governo francese chiede perché «mettere a rischio i propri cittadini» continuando a provocare il mondo islamico, come accusa il Charlie Hebdo di avere fatto. Parole, quelle del predicatore, che stupiscono fino a un certo punto. Già in passato aveva lodato gli attentatori dell’11 settembre e al Giornale aveva detto: «Bin Laden è il nostro eroe. Purtroppo è morto, ma la lotta continua anche senza di lui». Quello che stupisce è come sia possibile che a un simile predicatore incendiario sia ancora concessa la libertà di parola.