Lombardia, smentita la propaganda gay: sì al convegno sulla famiglia

13 Gen 2015 18:52 - di Guglielmo Federici

I gay non c’entrano niente. Non sarà ritirato il logo di Expo dalla locandina del convegno sulla famiglia organizzato a Palazzo Lombardia per il 17 gennaio, convegno che ha scatenato le polemiche per la presenza di associazioni che sostengono i valori delle famiglie tradizionali. È stata infatti bocciata la mozione con questa richiesta presentata dal Pd, mentre è stata approvata quella di Ncd a sostegno della manifestazio. C’è stata un’aspra contrapposizione anche in Consiglio regionale, fra la maggioranza di centrodestra e le opposizioni, sull’opportunità di tenere il convegno  in programma sabato su iniziativa della Giunta Maroni. Bollato come “omofobo” da diverse associazioni che terranno un presidio all’esterno, per la presenza fra gli organizzatori di associazioni cattoliche che ritengono l’omosessualità “innaturale”. La mozione del Pd che stigmatizzava l’evento, chiedendo di cancellare dalla locandina il logo di Expo 2015, ha ricevuto l’appoggio delle minoranza (Pd, M5S e Patto Civico) ma è stata bocciata.

Nessuno scontro ideologico

Approvata invece coi voti della maggioranza la mozione contrapposta a sostegno del convegno, smentendo che si tratti di un evento “contro” qualcuno. Un voto avvenuto comunque con qualche distinguo. A questo secondo voto dell’Aula non hanno partecipato infatti i consiglieri del Pd Fabio Pizzul e Gian Antonio Girelli, oltre che il presidente dell’Aula Raffaele Cattaneo (Ncd) che per prassi non vota. Si è astenuto il vice-presidente del Consiglio, Fabrizio Cecchetti (Lega). Mentre prima del voto ha annunciato il proprio dissenso il sottosegretario Giulio Gallera (FI), che è uscito anzitempo dall’Aula pur difendendo il valore della famiglia tradizionale. Ma da quando in qua, parlare di “famiglia” come la intende la Costituzione italiana, “comunità naturale”, uomo-donna, è una blasfemia “omofoba”? Quando il Pensiero unico laicista si mette in marcia non c’è limite a nulla neanche alla follia. Questa volta l’attacco sistematico alla famiglia tradizionale è stato stoppato, ma le polemiche non finiranno qui.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *