Marò, Latorre resta in Italia. Ma non è una vittoria. Ecco perché

14 Gen 2015 10:03 - di Redattore 89
latorre

È stata accolta l’istanza del fuciliere di marina Massimiliano Latorre: potrà rimanere altri tre mesi in Italia per motivi di salute. Lo ha stabilito la Corte suprema indiana, in una sezione diversa da quella che due giorni fa si era rifiutata di esaminare l’istanza poiché l’aveva già respinta il 16 dicembre.

Gentiloni soddisfatto

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha salutato la notizia come «positiva», sottolineando l’importanza del fatto che «queste ragioni umanitarie siano state riconosciute anche dal rappresentante del governo indiano». «Ora bisogna lavorare a una soluzione definitiva per entrambi i marò», ha aggiunto il ministro, ricordando che Salvatore Girone resta trattenuto a New Delhi. Proprio questo “successo”, però, fa risaltare tutte le debolezze politiche e gli errori commessi dai governi italiani che si sono succeduti in questi tre anni dall’incidente al largo del Kerala.

Ma serve una soluzione politica

«La questione è politica e in tali termini andava affrontata. Siamo del tutto insoddisfatti», ha commentato Maurizio Gasparri, aggiungendo che porrà la questione all’incontro delle commissioni Difesa del Parlamento con i Cocer. Ma a sottolineare che è mancata la capacità politica sono indirettamente gli stessi indiani. «La vicenda non si potrà mai risolvere nei tribunali, l’unica via di uscita è una soluzione politica», ha detto l’ex ministro degli Esteri indiano, e ora avvocato in Corte Suprema, Salman Khursheed, che ha puntato l’indice contro «i burocrati incapaci che avevo quando ero ministro degli Esteri e che continuano a essere ancora là».

L’intervento del governo indiano

D’altra parte, anche il passaggio di oggi è stato determinato da un intervento politico: a sbloccare la situazione è stata una lettera in cui il governo indiano accettava la possibilità che il fuciliere Latorre continuasse la sua convalescenza in Italia per tre mesi. La lettera è stata consegnata alla Corte dal pubblico ministero indiano, l’additional solicitor general P.L. Narasimha. Un passaggio che ha contribuito a rendere particolarmente breve la seduta.

Verso il cambio dell’ambasciatore

Contestualmente la difesa ha presentato ai giudici una garanzia scritta in cui c’è un impegno italiano a rispettare la nuova scadenza per il rientro di Latorre. A firmare il documento è stato l’ambasciatore d’Italia in India Daniele Mancini, che secondo una indiscrezione di Panorama è ormai prossimo al rientro in Italia: i rumors dicono che lo sostituirà Luigi Angeloni. La nomina del nuovo ambasciatore, secondo il settimanale, sarebbe dovuta proprio alla volontà di «avviare nuove relazioni con l’India nell’intricata vicenda dei due marò».

 

 

 

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