Mattarella sul Colle. “Sissignore”: Alfano si piega al ricatto di Renzi
Il ricatto ha sempre il suo fascino. Di sicuro ha funzionato con Angelino Alfano e i suoi, che in nottata si sono lasciati accarezzare docilmente dalla vocina di Renzi: non puoi non votare, ha detto il premier “invitando” i centristi (Ncd, Udc e Api) a convergere sul nome di Sergio Mattarella alla quarta votazione. Un ministro dell’Interno non può disobbedire al suo premier, altrimenti rischia il posto. L’inquilino del Viminale sarebbe stato richiamato personalmente da Matteo a fare il proprio dovere e, nel corso di una telefonata nella tarda serata di venerdì, i due avrebbero stabilito un «clima positivo» per il «cammino riformatore del governo». Così l’impegno solenne di votare scheda bianca e non subire il metodo autoritario di Renzi si è dissolto come neve al sole.
I dissidenti
Non ci stanno, però, i due capigruppo del Nuovo centrodestra: Maurizio Sacconi e Nunzia De Girolamo che minacciano le dimissioni: insomma non è ancora detto che tutti i parlamentari di Area popolare seguano Angelino. «Il punto è politico, non riguarda la persona di Mattarella», ha spiegato in Transatlantico l’ex ministro, «il punto è che c’è un cambio di maggioranza, il Pd ha vestito con la divisa dei Soviet un giudice costituzionale democristiano». Sulla stessa linea la De Girolamo e, tra gli altri, Barbara Saltamartini, che rifiutano il metodo arrogante di Renzi. A spiegare con un certo imbarazzo l’improvvisa conversione ci pensa Fabrizio Cicchitto dai microfoni di Radio Rai: «Voteremo Mattarella perché il problema non è mai stato costituito da lui, che ci auguriamo sia un presidente al di sopra delle parti come lo è stato Napolitano. Poi si aprirà una discussione sul metodo adottato che ha causato una serie di problemi».
Il quarto scrutinio
Si ricomincia alle 9.30: quorum necessario 505. Possibilità altissime, dunque, che l’ex ministro del governo D’Alema, carriera grigia all’ombra dello Scudo crociato, si trasferisca sul Colle per sette anni. Forza Italia sembra voler tenere il punto con la scheda bianca (o in alternativa non partecipare al voto) i grillini confermano il no a Mattarella (Imposimato o Prodi?), Fratelli d’Italia e Lega insistono con Vittorio Feltri. Il pallottoliere degli uomini vicini al presidente del Consiglio prevede che il nuovo presidente verrà eletto con 560-570 voti, e dunque con almeno 55 voti in più rispetto al quorum.