Nuova fumata nera per l’inquilino del Colle. Forza Italia tentata dall’Aventino
Di suspense neanche l’ombra. Almeno per ora. Si conclude con un’altra fumata nera il secondo scrutinio per l’elezione del successore di Napolitano. Come da copione Pd e Forza Italia hanno proseguito con la strategia della scheda bianca in attesa del quarto scrutinio di sabato, quando è sufficiente la maggioranza semplice dei grandi elettori (505 voti). Nessun candidato ha superato il quorum (673 voti) e il conteggio delle schede scandito dalla notaia Laura Boldrini, voce stereotipata e soporifera, prosegue pigramente nell’indifferenza generale. Si torna a votare alle 15.
La top ten
Al primo posto si piazza con 123 voti Ferdinando Imposimato, il cavallo zoppo scelto dai Cinquestelle (che potrebbero convergere su Mattarellum alla terza votazione o su Prodi) per contarsi dietro lo scudo delle consultazioni online, al secondo Vittorio Feltri, il candidato di Fratelli d’Italia e Lega con 51 voti, seguono Luciano Castellina con 34, Emma Bonino con 23, Stefano Rodotà con 22, e il giornalista Claudio Sabelli Fioretti con 14. Tra gli altri nomi che non superano i dieci voti quelli di Giuseppe Pagano, Sante Versace, Romano Prodi, Paola Severino, Sergio Mattarella, Ezio Greggio, Pierluigi Bersani, Sabrina Ferilli, Anna Finocchiaro, Massimo D’Alema, Stefania Craxi. Al termine dello spogliassi contano 531 schede bianche e 26 nulle.
L’impasse di Forza Italia
Conciliaboli frenetici e riunioni ad alto tasso di elettricità si susseguono in queste ore per dipanare la matassa dopo il “tradimento” di Renzi mentre Berlusconi, rientrato ad Arcore, scalpita via telefono. A metà mattina si fa strada l’ipotesi che Forza Italia continui con la scheda bianca anche alla quarta votazione o, in alternativa, decida di non partecipare al voto. Entrambe le strade surriscaldano gli animi degli azzurri in queste, ore ancora più divisi tra berlusconiani doc, feriti e fedeli alla linea di non belligeranza con Renzi, e i malpancisti della prima ora, guidati da Raffaele Fitto, pronti ad azzerare tutto dopo la débacle del patto del Nazareno.
L’incognita Fitto
«Leggo dalle agenzie di una fantomatica riunione dei cosiddetti “uffici di presidenza” dei gruppi parlamentari di Senato e Camera, è un’ottima iniziativa solo se è un preannuncio di dimissioni e azzeramento. In caso contrario, è una ennesima riunione autoreferenziale e priva di legittimazione». L’ex governatore pugliese non si toglie l’elmetto e studia coni suoi le mosse migliori in vista di sabato. Irritato anche il mite Capezzone: «Se non parlassimo di cose serie, ci sarebbe perfino da sorridere. Dunque, leggo che è stata convocata una riunione dei cosiddetti uffici di presidenza dei gruppi di Forza Italia», dice l’ex portavoce azzurro, «quindi, gli ex-Nazareni ci dettano loro la linea anti-Nazareno, cioè la nostra linea per la quale ci aggredivano?».
Civati e le telenovele
«Il Patto del Nazareno secondo me non è finito, diciamo che è sospeso», Pippo Civati, dai microfoni di Tgcom24, è soddisfatto per il fuor d’opera di Renzi che ha ricompattato la gauche italiana, ma non crede alla rottura definitiva del feeling tra il premier e il Cavaliere. «È come le telenovele, ci sono sempre le puntate in cui litigano, un po’ per finta, un po’ per davvero – dice il Pierino del Pd – ora c’è da capire Alfano, perché è in una posizione incredibile, è alleato di governo però sta minacciando sfracelli che secondo me non farà».