Peppa Pig “sacrificata” per non offendere Islam e ebrei. Il web insorge

15 Gen 2015 12:04 - di Redattore 89
Peppa Pig

Diciamolo: chiunque abbia più di sette anni vorrebbe vederla friggere in padella, complice anche la sovraesposizione mediatica. Eppure oggi siamo costretti ad assistere al lancio di una campagna spontanea in sua difesa con l’hashtag #jesuisPeppaPig e, quel che è più mortificante, a doverla appoggiare. Perché peggio di Peppa Pig c’è solo chi, in nome di un esasperato politicamente corretto, dice: “Al bando Peppa Pig per non offendere islam ed ebraismo”.

La messa al bando

L’iniziativa, rivelata dal Daily Mail, è stata presa da una blasonata casa editrice britannica, la Oxford University Press, che ha diramato ai suoi autori linee guida in cui raccomanda di evitare riferimenti ai maiali (ma anche alle salsicce, ai salumi e a ogni forma di derivato) per non urtare la sensibilità di quanti, in particolare musulmani ed ebrei, considerano l’animale impuro. Dunque, in realtà non riguarda direttamente Peppa Pig, che però, vista la sua notorietà, è stata elevata a simbolo universale del maialino per l’infanzia.

Un’idea «del tutto insensata»

La casa editrice, controllata dall’Università di Oxford, si è giustificata di fatto con ragioni commerciali. «I nostri libri – ha spiegato un portavoce – arrivano in più di 150 Paesi nel mondo e quindi dobbiamo considerare una serie di differenze culturali e accorgimenti». Ma quest’ansia di autocensura è stata esplicitamente stigmatizzata da quei soggetti che, nelle intenzioni dell’editore, avrebbero dovuto beneficiarne: l’ha bollata come «del tutto insensata» il deputato laburista musulmano Khalid Mahmood, mentre un portavoce del Jewish Leadership Council ha ricordato che nella religione ebraica «è proibito mangiare carne di maiale, ma non l’uso della parola».

Peppa vessillo di libertà

Tra ironie e indignazione, poi, grande è stato lo sconcerto della rete, che ha trasformato Peppa Pig in un nuovo vessillo di libertà. E pare essersi indignata, per dire, più di quanto non abbia fatto quando a essere messi al bando per gli stessi motivi sono stati crocifissi e presepi. Ma tant’è, anche questo è lo spirito dei tempi e ben venga anche Peppa Pig se serve ad aprire una riflessione non viziata dall’ideologia su temi come la laicità e il rispetto delle identità culturali.

 

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