Piccoli jihadisti crescono: sul web il vademecum per allevarli nell’odio
Isis: e l’indottrinamento diventa il latte con cui svezzare i piccoli jihadisti in fasce, futuri guerriglieri e terroristi cresciuti a pane e video di odio anti-occidentale. Allevati online dalla perfetta mamma islamica al culto della “guerra santa” contro gli infedeli di ogni altro credo che non sia quello islamico integralista. Altro che Tata Lucia e pedagogisti di ultima generazione: come rivelato in queste ore dal Mail Online, che ha rilanciato la scoperta dell’americano Middle East Media Research Institute (Memri), per formare e plasmare il perfetto jihadista del domani la catechizzazione inizia quando si è bambini e, naturalmente, online.
Il manuale online del perfetto terrorista
Questo, in poche parole, quanto sponsorizza il manuale online diffuso ben più pedissequamente dai proseliti dell’orrore targato Isis, e da altri gruppi terroristi, funzionale a spiegare alle mamme come crescere ed educare al verbo integralista i loro figli. Un vero e proprio decalogo di precetti in pillole quotidiane che vanno dal divieto della più svariata forma di divertimento – balli, canti, ma anche gli sport, la tv e i videogiochi vanno rigorosamente messi al bando – all’esortazione alla pratica di attività ritenute «fondamentali» come le arti marziali, il campeggio e il gioco con le armi giocattolo. Non solo: tra incitazioni e lavaggio del cervello di mamme e figli, si raccomanda anche di mostrare ai più piccoli i siti internet dell’Isis e perfino di leggere loro improbabili «racconti della jihad», da dispensare come favole prima di addormentarsi la sera.
Il pericoloso uso strumentale della Rete
Un vademecum scupolosamente terrificante che mira a formare oggi gli adepti del “culto” terrorista di domani, e che testimonia, una volta di più, quanto sottolineato da Steven Stalinsky, direttore esecutivo del Memri: ossia come «Al Qaeda, l’Isis e gli altri gruppi jihadisti nel mondo, continuino ad investire molto nell’indottrinamento delle nuove generazioni di fighters», all’insegna del motto piccoli jihadisti crescono, e in nome di una pericolosa consuetudine a utilizzare la Rete – e i social media in particolare – come diario di famiglia e di guerra in cui divulgare propagandisticamente tutto il potenziale di ostilità e terrore di marchio islamico.