Polizia all’inseguimento dei rom per le strade di Roma. E non era un film

3 Gen 2015 15:55 - di Francesco Signoretta

Vietato dire che sono i nomadi, nella maggioranza dei casi, ad essere responsabili dei furti di rame, altrimenti la sinistra ti chiama “razzista”. Vietato dire che basterebbe dare un’occhiata nei campi rom per scoprire dove finisce il rame, altrimenti la sinistra ti chiama “intollerante”. E proprio per evitare che la gente ceda alla tentazione di “colpevolizzare”, il governo Renzi, da qualche mese, ha annunciato il “protocollo della legalità” per contrastare i furti di rame, che quindi sono figli di ignoti.

Come in un film, polizia all’inseguimento dei rom

Ma un’altra vicenda, l’ennesima, ha ridicolizzato le tesi della sinistra renziana. Quattro romeni, di età compresa tra i 25 ed i 30 anni, si sono introdotti nella Stazione Tiburtina. Alla fine di un binario, hanno provato a portar via una cinquantina di chili di matasse di rame, utilizzando i passeggini. Ma gli agenti della polizia ferroviaria li hanno individuati ed è iniziato un inseguimento per le strade di Roma, come nei migliori film polizieschi. I malviventi, per scappare, si sono liberati della refurtiva, hanno scavalcato la recinzione per dirigersi verso la tangenziale est, cercando di dileguarsi nelle vie adiacenti. Una lunga corsa con i poliziotti alle lcalcagna e un’auto di servizio.

Fuga con minacce e bastoni

Due dei romeni, per coprirsi la fuga, hanno minacciato gli agenti con dei bastoni, che hanno poi gettato lungo la massicciata. Nel frattempo l’intera zona attigua alla stazione era stata circondata, con l’aiuto di altri agenti della Questura. L’inseguimento è avvenuto tra le tante persone che affollavano la Stazione Tiburtina ed è terminato con i primi tre ladri rintracciati e fermati al Quartiere Africano, e un quarto sorpreso da una agente a bordo di una Pajero che lo ha scovato dopo essersi nascosto nel giardino della Suore Sacramentine.

I precedenti

Altri episodi sono significativi. Gli autori del saccheggio dei cavi di rame della linea elettrica Enel in provincia di Bologna, che portò grossi danni e disagi con black-out e interruzione dell’energia elettrica erano cinque romeni, tutti senza fissa dimora. A Roma i casi non si contano più, ogni giorno si può leggere un vero e proprio “bollettino”. In via Collatina sono stati trafugati i cavi di alimentazione dell’impianto delle luci, intere zone sono rimaste al buio, allarme e proteste dei residenti. Dove? Nel tratto che va da via Salone fino all’Acqua Vergine. E a via Salone, hanno sempre protestato i residenti, c’è un enorme campo nomadi più volte al centro di interventi delle forze dell’ordine. La risposta del governo è stata quella del “protocollo della legalità”. Una barzelletta.

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