Presidenzialismo, la Camera vota no. L’ira di Meloni: quanta ipocrisia
In Parlamento il tortuoso cammino delle riforme svicola sul presidenzialismo con un voto contrario agli emendamenti che prevedevano l’elezione diretta del capo dello Stato. Un voto che scatena l’ira della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “I due terzi del Parlamento – afferma su Facebook – hanno votato contro l’emendamento proposto da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale sul presidenzialismo e per far scegliere direttamente dagli italiani il Presidente della Repubblica. Vogliono continuare a eleggerlo con gli inciuci di palazzo. Lo vogliono la sinistra e Ncd. Forza Italia vota sì ma ha escluso il presidenzialismo dal Patto del Nazareno. Ma quello che è veramente clamoroso è il voto del M5S che, online fa le sue ridicole “quirinarie” per far scegliere ai cittadini il loro candidato, ma poi dice no all’introduzione in Costituzione del diritto degli italiani a scegliersi da soli il Presidente della Repubblica. Che ipocrisia e che vergogna”. Meloni si è poi rivolta direttamente su Twitter a Beppe Grillo, chiedendogli: “Ma perché parlamentari M5S votano contro gli emendamenti di FdI per eleggere il Capo dello Stato con suffragio universale?”.
No anche all’emendamento Capezzone
L’aula della Camera ha anche bocciato l’emendamento, a prima firma del deputato azzurro Daniele Capezzone, che prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica. “La bocciatura dell’emendamento sul presidenzialismo – commenta Raffaele Fitto – è un fatto politico grave ed eloquente. E lo stesso vale per l’analoga votazione, da parte della maggioranza, sugli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia. Altro che grande rinnovamento… Con la nostra impostazione, la riforma avrebbe avuto il respiro di un passaggio alla Terza Repubblica, avvicinandoci alle grandi democrazie occidentali e consegnando ai cittadini (e non alle segreterie dei partiti) la scelta del Capo dello Stato. Invece la maggioranza, respingendo la nostra proposta (e le altre analoghe), mostra di accontentarsi di un pasticcetto confuso”.