Quirinale, la corsa si complica. Veltroni aggancia Prodi secondo i bookmaker
Alla fine fa capolino il nome di Walter Veltroni per la corsa al Quirinale. Ora l’ex dirigente delle Botteghe Oscure gode anche dell’appoggio dei bookmaker. L’ex segretario del Pd, riferisce l’agenzia specializzata Agipronews, prende quota sulle lavagne internazionali, dove sono aperte le scommesse sul prossimo capo di Stato italiano e, secondo la sigla irlandese Paddy Power, adesso Veltroni (passato da 11 a quota 9) è il favorito insieme a Romano Prodi. Il terzetto dei papabili è completato da Stefano Rodotà (a 10 contro 1), mentre a 11 si piazzano Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni. Bookmaker divisi, invece, sulle possibilità di una presidente donna. Per i quotisti irlandesi, afferma Agipronews, la più accreditata è la presidente della Camera Laura Boldrini, data a 15 e in vantaggio su Anna Finocchiaro, a 20. Altri bookmaker internazionali invece puntano forte proprio sulla Finocchiaro, data a 6, subito dietro Romano Prodi (a 4) e davanti anche a Walter Veltroni che pagherebbe 7.
Storace: «Vuoi vedere che alla fine spunta Violante?»
«Rassegnamoci: il prossimo inquilino del Colle sarà scelto dalla forza dei numeri e non grazie ad un accordo fra tutte o quasi le forze politiche. Questo significa che Renzi e il centrosinistra, scegliendo il presidente di tutti gli italiani con una risicata maggioranza di parte, finiranno per macchiare la presidenza di una elezione dovuta a 148 parlamentari dichiarati incostituzionali dalla Consulta che ha bocciato il porcellum». Lo scrive in un editoriale pubblicato da Il Giornale d’Italia, Francesco Storace, segretario nazionale de la Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. «C’è un ventaglio di nomi che gira come prima scelta – prosegue Storace – Piero Fassino, Sergio Mattarella e Walter Veltroni. Tutti e tre esponenti della nomenklatura del Pd. Se uno dei tre, anche lo stesso Veltroni dovesse presentarsi con la forte affermazione “sono presidenzialista”, o si pronunciasse in modo chiaro sull’abrogazione del reato di vilipendio, ebbene, potrebbe essere anche un nome apprezzabile…». Come ultima opzione il nome che circola «è quello del teorico del superamento della quota dei 148 parlamentari incostituzionali, quel Luciano Violante, che sembrava bruciato dopo la bocciatura per il Csm. Vuoi vedere che alla fine spunta lui?».
Meloni: «Serve discontinuità»
Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un editoriale pubblicato sul sito www.fratelli-italia.it, dal canto suo, puntualizza che il prossimo presidente della Repubblica dev’essere in «totale discontinuità rispetto alla tendenza di piegarsi alle imposizioni della Merkel, della Troika, di Bruxelles e di Berlino. Servirebbe, insomma, non un nuovo Giorgio Napolitano ma una Angela Merkel in salsa italiana, che voglia fare gli interessi degli italiani esattamente come la Merkel fa gli interessi dei tedeschi». Al Quirinale, sottolinea, «vorremmo una persona capace di rappresentare il simbolo dell’orgoglio e dell’identità nazionale. Rilanciamo dunque l’appello che abbiamo già rivolto nei giorni scorsi a quei tanti movimenti, parlamentari, partiti eurocritici e che vogliono rivendicare l’orgoglio della nostra nazione al cospetto delle istituzioni europee a scegliere insieme un nome e provare a renderlo competitivo». Mentre Fabrizio Cicchitto di Ncd pone l’accento sulla necessità che per l’elezione del nuovo capo dello Stato «le aree politiche interessate sono tre, quella del Pd, quella di Forza Italia, quella di Ncd-Udc ed altre formazioni di centro».