Rassegna stampa: ecco i dieci articoli da non perdere oggi
Sui giornali tiene banco anche oggi, com’è ovvio, la questione Quirinale ma anche il tema della sicurezza continua a creare dibattito. Tra retroscena e analisi ecco cosa c’è da segnalare:
Il Pd guarda ai leader del passato (la Repubblica, p. 10)
Un retroscena di Goffredo De Marchis dipinge un Renzi in affanno in cerca di un’impossibile unità del Pd, annullando la regola che gli ex segretari del partito non sono in pista. “Dunque – scrive De Marchis – i leader del passato tornano in corsa. Uno in particolare che da sempre è in cima a quel gruppo di concorrenti: Walter Veltroni. Non a caso ieri ad Arcore è stato il nome più citato nelle varie riunioni del pomeriggio”. E dopo Veltroni in pole ci sarebbe Dario Franceschini. In fondo si piazzano invece Piero Fassino e Pierluigi Bersani.
Il Cavaliere attende le mosse di Renzi (il messaggero, p.9)
Un altro retroscena, firmato da Marco Conti, ci racconta di un Silvio Berlusconi con qualche preoccupazione. La prima riguarda il tentativo di Renzi di ricompattare il Pd giungendo a un compromesso con la minoranza dem. “Resta il fatto – scrive Conti – che sulle reali intenzioni del premier si naviga a vista… per non farsi trovare impreparato Berlusconi una sua scaletta l’ha fatta e i nomi che non dispiacerebbero vanno da Amato a Casini, passando per Mattarella e Finocchiaro. E c’è chi non esclude un apprezzamento per Sergio Chiamparino”.
Casini, il re della casta (Libero, p.5)
Giancarlo Perna stronca la figura di Pierferdinando Casini come “quirinabile” sgradito aggiungendo però che “Pierferdy sul Colle rappresenterebbe una novità. Sarebbe infatti il primo capo dello Stato a non avere mai ricoperto una carica di governo, con l’eccezione di Sandro Pertini che ebbe però una vita da romanzo… il nostro invece è sempre fuggito a gambe levate dalle responsabilità di governo… Casini è in politica con lo stesso spirito di chi fa il militare con la ferma intenzione di non andare mai in guerra”.
La solitudine di Salvini (Corriere della sera, p.15)
Marco Cremonesi segnala ciò che accade nella Lega in preda a Salvini-dipendenza. Il leader va in tv, a Bruxelles, dà il suo nome alle liste al Sud. I sondaggi lo premiano ma dove sono le seconde linee? Come fa un partito a sopravvivere senza classe dirigente? “La struttura è sempre più evanescente e lui, Salvini, ogni tanto confida ai collaboratori la stanchezza. Ancora più spesso è costretto a stupirsi: iniziative che pensava fossero avviate sono ancora al punto zero… tutti aspettano la parola del segretario senza muovere foglia”.
Il Front National: stiamo con Syriza (La Stampa, p.9)
Leonardo Martinelli intervista Louis Aliot, vicepresidente del Front National e compagno nella vita di Marine Le Pen che spiega perché il FN appoggia Syriza pur essendo quel partito schierato su posizioni di sinistra radicale: “Quando criticano il sistema economico europeo, questo ultraliberismo sotto gli occhi di tutti, la pensiamo allo stesso modo. Anche quando attaccano la politica di austerità. Per lo stesso motivo apprezzo anche gli indignati spagnoli”. Tuttavia, spiega Aliot, il FN non cade “nel settarismo della sinistra tradizionale che non riconosce gli elementi positivi nei discorsi degli avversari”.
Scontro nel governo sulle misure antiterrorismo (Il Giornale, p.3)
Gian Micalessin spiega cosa c’è dietro la disastrosa retromarcia del governo sul decreto che avrebbe dovuto varare le nuove misure antiterrorismo: dietro il rinvio ci sarebbe la levata di scudi contro la proposta di permettere agli 007 “di entrare nelle carceri per interrogare terroristi detenuti. Una misura che concederebbe agli agenti segreti prerogative e funzioni riservate fin quei solo alla magistratura”.
Olanda senza Cristo (Il Foglio, p. V)
Un lungo reportage di Matteo Matzuzzi racconta come i cattolici siano quasi scomparsi dal cuore dell’Europa. A Utrecht le parrocchie sono passate in pochi anni da 326 a 49 e le messe sono ridotte al minimo per mancanza di fedeli. Una chiesa è stata addirittura trasformata in sala per gare di skateboard. Mentre ad Amsterdam la più antica ciesa della città è immersa nel distretto a luci rosse.
Il manifesto della Marina (Il Fatto, p. 22)
Pietrangelo Buttafuoco si sofferma sul manifesto con il quale la Marina italiana sostiene la campagna per l’arruolamento che strilla: Be cool and join the Navy. “Messaggio apparentemente ‘ndernascional ma molto paesano, anzi peggio: provinciale. Della peggior cloaca. È tutto un I care 2 ormai”. Inoltre il manifesto ricalca quello della propaganda Usa del 1943, “quello della donna operaia a braccia conserte e fazzolettone annodato in testa, fiera nel grugno e pronta a fare la propria parte in guerra”.
Scelta civica non c’è più (Il Tempo, p. 6)
Daniele Di Mario sottolinea che Scelta civica è ormai agli sgoccioli e che anche il congresso in programma non promette nulla di buono: all’orizzonte ci sono nuove fratture col rischio di vedere evaporare anche il gruppo al Senato. Tre i candidati alla segreteria: Luciana Cazzaniga, Benedetto Della Vedova ed Enrico Zanetti, dato per favorito e che avrebbe in mano la maggioranza delle tessere.
Il 2015 anno di svolta per il libro (Avvenire, p.23)
Un articolo di Giuliano Vigili indica quali sono le prospettive del mercato dell’editoria che si va restringendo ma che si è anche radicalizzato nei generi e nelle tipologie di lettori. Interessante la suddivisione delle quote di mercato che vede in testa il gruppo Mondadori (25,5) seguito dal gruppo Rcs (12,3) e dal gruppo editoriale Mauri Spagnol (9,8). I lettori di un libro al’anno calano dal 43% del 2013 al 41,4% del 2014 eppure ogni anno “più di mille ardimentosi scendono in campo per affermare idee e alimentare passioni. Con un libro”.
(a cura di Renato Berio)