Rassegna stampa vista da destra: i dieci articoli da non perdere oggi
La stampa politica di oggi è interamente occupata dalla partita del Colle che si apre ufficialmente nel pomeriggio con le prime votazioni per il successore di Napolitano. Dai giornali di opposizione a quelli governativi passando per i grandi quotidiani “indipendenti” ovunque retroscena, analisi, previsioni e giudizi, talvolta tranchant.
il Giornale
“Sergiuzzo, il notabile Dc tutto grigiore e carriera” (p.5)
È un profilo non proprio generoso quello di Roberto Scafuri su Mattarella, il nome “nuovo” uscito dal cilindro di Renzi. Ha fatto strada – racconta – tenendosi sempre lontano dalla ribalta. Schivo, freddo e quasi mai sorridente, è stato il padre della legge elettorale. Di lui Ciriaco De Mita disse ironico: «Forlani al suo confronto è un movimentista».
Il Foglio
“Renzi e le ragioni del no ad Amato” (p.1)
Il neodirettore del quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, Claudio Cerasa, nel suo editoriale firmato con una ciliegia, fa il punto sulla partita a scacchi di queste ore tra Renzi e Berlusconi. «Si bisticcia, ma anche no. Si combatte, ma ci si capisce. Ci si annusa e poi ci si accorda. Il presidente del Consiglio gioca con le tre carte e cerca la “narrazione” e ha bisogno di un notaio per la repubblica nazarena.
Corriere della Sera
“Il nervosismo dell’ex premier che non chiude” ( p. 5)
Paola Di Caro affronta l’impasse tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sul nome condiviso del successore a Napolitano. L’incontro tra i due non ha dato risultati: il Cavaliere frena sul nome di Mattarella ma teme di restare fuori dai giochi e chiede il permesso al Tribunale di Milano per rimanere a Roma tutta la settimana.
“Sanzioni a Mosca, il veto greco agita la Ue” (p.11)
L’inviato a Bruxelles fotografa la difficile vigilia del vertice straordinario dei ministri degli Esteri europei chiamato a discutere il nodo delle sanzioni economiche alla Russia. A spaccare il fronte arriva il neonato governo Tsipras uscito dalle urne greche che ha già annunciato il no al documento Ue sulla proroga delle sanzioni.
La Stampa
“Senza accordo tornano in campo gli ex segretari” (p.3)
Nella rubrica il Taccuino Marcello Sorgi punta i riflettori sui nomi dei più papabili per il Colle annotando che senza accordo potrebbero farcela nomi dal profilo fortemente politico. Appesa al braccio di ferro tra Renzi e Berlusconi, la trattativa ha visto precipitare le quote dei due principali: Amato e Mattarella. Tornano in pista gli ex- segretari Fassino, Veltroni, Franceschini e Bersani.
Libero
“Salvini e Meloni propongono Feltri. È il presidente ideale, quindi non vincerà” (p. 7)
Non accadrà mai, perché in questo Paese eventi del gente non osonopossibili a meno di apocalittici sconvolgimenti. Per Francesco Borgonovo Vittorio Feltri, il cofondatore di Libero proposto da Fratelli d’Italia e Lega alla successione di Napolitano, sarebbe un presidente perfetto.
Il Tempo
“Ecco quanto guadagnavano i capi di Stato e quanto ci costerà il futuro Presidente” (p. 2 e 3)
Il giornale di piazza Colonna sceglie una lettura “economica” per la partita al Colle con un confronto dettagliato degli stipendi dei capi di Stato esteri rispetto all’Italia. Per il Quirinale si spendono ogni giorno più di 600mila euro, nonostante la spending review il conto annuale è stellare, circa 224 milioni.
“Il Cav chiede una proroga ai giudici” (p.5)
La richiesta non ha ancora ricevuto risposta. Silvio Berlusconi ha chiesto al Tribunale di sorveglianza di Milano di poter restare a Roma nei prossimi giorni per seguire le trattative sul Qurinale. Secondo la sentenza di condanna del processo Mediaset, infatti, l’ex premier dovrebbe far rientro ad Arcore entro le 23 del giovedì.
la Repubblica
“Sergio, Giuliano e gli altri: così la Prima Repubblica si prende la sua rivincita” (p.9)
Filippo Ceccarelli tira le somme del valzer di nomi più papabili per il prossimo settennato alla guida del Colle. Non c’è candidato – osserva l’editorialista – che non provenga dalla politica pre-Tangentopoli e dai grandi partiti di allora, a cominciare da Amato che iniziò la sua carriera come sottosegretario di Bettino Craxi.
Il Sole 24Ore
“L’anomali italiana” (p 1)
Dal suo Osservatorio in prima pagina Roberto D’Alimonte affronta l’anomalia italiana nell’elezione della prima carica dello Stato. «L’Italia è uno dei pochi casi, tra i 28 paesi dell’Ue, in cui il capo dello Stato non è eletto dai cittadini. La cosa non è molto nota ma è così».