Rassegna stampa del 30 gennaio vista da destra: i 10 articoli da non perdere
Anche oggi la stampa è letteralmente invasa dalla partita a scacchi tra i due maggiori partiti per eleggere il successore di Giorgio Napolitano, una scelta dalla quale scaturiranno nuovi assetti ed equilibri politici. Alla vigilia del quarto scrutinio tutti i riflettori sono puntati sull’esito dello strappo di Renzi con l’ex premier e l’impasse di Berlusconi, che potrebbe riservare come in altre occasioni un asso nella manica. Non si contano i profili dedicati a Sergio Mattarella, il più papabile dei candidati, grigio quanto basta per non oscurare Renzi.
Il Tempo
Sergio e lo sbianchettamento su Mitrokhin (p.1)
Il quotidiano di piazza Colonna in prima pagina sceglie di puntare i riflettori sul profilo, non proprio immacolato, del più papabile successore di Napolitano. «Sull’uomo pesano interrogativi che risalgono al 1999 sul dossier Mitrokhin, l’archivio delle attività del Kgb in Italia, quando Mattarella era vicepremier del governo D’Alema con delega ai Servizi Segreti». L’articolo è corredato dalla storica vignetta di Forattini nella quale D’Alema seduto alla scrivania è intento a sbianchettare le bozze del dossier.
Comprereste un’auto usata dal premier? (p.1)
In un intervento in prima pagina Maurizio Gasparri punta l’indice contro il premier che non mantiene i patti e «vuol fare il pieno senza avere i voti». Il ragazzo è sveglio – dice il senatore di Forza Italia – comunicativo, social, brillante ma troppo cinico e bugiardo. Insomma totalmente inaffidabile: «Ha fatto un patto con Berlusconi per cambiare Costituzione e legge elettorale. Lo ha cambiato 15 volte unilateralmente e, arrivato all’elezione del capo dello Stato, invece di concordare con l’ex premier la scelta, ha dato una indicazione secca».
Il Giornale
Il giorno dei falchi di Fi: «Noi l’avevamo detto: non fidiamoci di Matteo» (p.5)
Tra le pieghe di una cronaca parlamentare senza suspense, Antonio Signorini sottolinea l’emergere di un dato nuovo: la rivincita dei malpancisti di Forza Italia che da mesi sostengono la rottura del patto del Nazareno e un’opposizione più dura al governo di sinistra. Se i sostenitori della linea morbida sono delusi dal “tradimento” dell’ex rottamatore, i dissidenti chiedono tabula rasa: sarà scheda bianca ad oltranza.
Il Corriere della Sera
Franchi tiratori: l’incubo resta. Due anni dopo (p.1)
«Cucù», inizia così il racconto dell’Aula di Gian Antonio Stella che descrive un Berlusconi barcollante e un Matteo Renzi compiaciuto di aver rifilato al Cavaliere lo scherzo che lui, anni fa, aveva fatto alla Merkel. Un “cucù” che può essere letale per l’ex premier – scrive l’editorialista del Corriere – non solo per la battaglia quirinalizia ma anche per i destini politici futuri. L’articolo a tutta pagina racconta di battute e rime baciate in Transatlantico aspettando il verdetto con l’incubo dei franchi tiratori.
Quagliariello attacca: Matteo è stato incoerente. Il percorso sarà in salita (p.8)
In un’intervista Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo centrodestra, ribadisce il no degli alfaniani a Mattarella («non abbiamo nulla contro la persona, il nome non c’entra») e critica il metodo del premier che contraddice lo stesso “metodo Renzi”. ll timore del partito del ministro dell’Interno è la prospettiva di un’area di governo di ultra-sinistra che eleggerà il capo dello Stato, un’area moderata guidata dal Ncd che non condivide la scelta e un’area di destra (che Quagliariello chiama “estrema”) che vota per Feltri.
Il Messaggero
Silvio ha sbagliato fin dall’inizio, trovi un candidato per il quarto voto (p.5)
In un’intervista di taglio basso l’ex leader leghista, Umberto Bossi, sottolinea tutti gli errori di Berlusconi nella difficile partita con Renzi. «Il più grave è stato quello di non battere il pugno quando era il momento», dice, «non doveva farsi fregare. Doveva parlare chiaro e dirgli “tu Matteo mi hai fatto votare delle porcherie come la legge elettorale, adesso devi votare tu il candidato che dico io se no te ne vai a quel paese”». Ora il senatùr propone al Cavaliere di trovare per il quarto scrutinio un candidato da contrapporre a Mattarella.
Il Foglio
No patto, no party, no Renzi (p.1)
Nell’editoriale odierno il neodirettore Claudio Cerasa annota che dietro la vulgata della rottura del patto del Nazareno si nasconde in realtà una strategia “molto elettorale” del premier. «Renzi che diavolo ci fa con Mattarella al Quirinale? Che ci fa con qualche grillino in più, un paio di smacchiatori accontentati e con un Berlusconi in meno?». Dietro la scelta si nasconde la necessità di ricompattare il centrosinistra, mettere insieme una nuova maggioranza e fotografare una possibile nuova famiglia con cui avvicinarsi alle elezioni.
Libero
Con Mattarella avremo un fantasma al Quirinale (p.1)
Nell’editoriale il direttore Maurizio Belpietro ironizza sui ritratti commoventi, soprattutto quello di Repubblica, del candidato renziano alla successione di Napolitano, ritratti compiacenti che dipingono l’ex democristiano come un valente statista, un uomo dalla schiena dritta. In realtà nella sua lunga e grigia carriera – scrive Belpietro – ha avuto un solo grande merito: quello di dire sempre sì, la qualità preferita dal premier che non vuole essere oscurato. «Mattarella ha trascorso quasi 40 anni in politica come un fantasma».
Il Fatto Quotidiano
Enrico Letta: ha vinto ancora Matteo, ma con me B. era fuorigioco (p.4)
Dopo mesi di silenzio Enrico Letta, l’ex premier silurato in casa da Renzi, approfitta del voto per il capo dello Stato per uscire alla scoperto e tirare le somme della partita a scacchi in corso tra il premier e il Cavaliere. «Certo, Renzi ha vinto anche stavolta», dice ricordando con malcelato orgoglio che quando era lui al governo l’ex premier aveva un ruolo molto più marginale. «Vi ricordo che era decaduto e con un gruppo politico diviso».
Il manifesto
Stai sereno (p.1)
Il quotidiano comunista, all’indomani del primo scrutinio per l’elezione del capo dello Stato, sceglie una copertina che non lascia spazio a dubbi sulla lettura da sinistra di queste ore di fibrillazioni e conciliaboli quirinalizi: in prima pagina compare una foto volutamente sgranata di Silvio Berlusconi, occhi bassi e pensieroso, con alle spalle la scritta “Stai sereno” che parafrasa il celebre tweet di Renzi rivolto a Letta prima di silurarlo.