Riconosciamo gli errori e ripartiamo: su Destra.it si accende il confronto
Sul sito Destra.it non si perde tempo e il 2015 inizia subito con idee e analisi per far ripartire presto un “cantiere” che dia forma, sostanza e progettualità politica a chi non vuole “morire renziano”, a chi rifiuta il “pensiero unico” che si sta tentado di veicolare, ossia che in alternativa a Renzi ci sia il nulla. A questa alternativa bisogna lavorare, scrive nel suo intervento il direttore del sito Giampiero Cannella: «Troppi antichi livori hanno impedito al mondo della cosiddetta “destra diffusa” di ripensarsi guardando al futuro». Ora invece è il caso di ammettere alcuni dati di fatto:
Si apra una fase costituente
«Primo: l’esperienza di Fratelli d’Italia è l’unico tentativo di costruire qualcosa che somigli, anche vagamente, alla destra in Italia; secondo: rispetto alle premesse che portarono alla nascita di FdI, il percorso seguito è stato ondivago. Siamo partiti con l’ambizione di essere il “Pdl pulito”, poi pensammo di essere il luogo geometrico d’incontro degli ex-An, poi ancora la svolta “no euro”. Terzo punto -prosegue Cannella – se si vuole evitare il fallimento totale dell’impresa bisogna dare fiducia a Giorgia Meloni, con la voglia di aiutarla a costruire un progetto e una leadership capace di essere più credibile della Lega new style». Dunque, il centrodestra si può rifondare «ma a patto che si avvii una fase costituente con una struttura leggerissima, fatta di circoli diffusi, pensatoi, rete». Ancora: «Diciamo con franchezza che in una fase storica abbiamo sbagliato, ma che abbiamo idee, proposte e, tutto sommato l’onestà per proporre qualcosa di nuovo e utile. Tutto il resto è onanismo da tastiera».
Niente settarismi
Occorre soprattutto che il ricostruendo soggetto politico sia sinceramente di destra, interviene nel dibattito Massimo Corsaro: «Bisogna uscire da ogni contraddizione e parlare il linguaggio comprensibile all’elettore di destra. Agli amici, e ce ne sono, che trovano fastidiosa l’etichetta di destra, chiedo di dirlo in chiaro perché si sappia che gli obiettivi, e quindi le scelte, divergeranno». Aggiunge: «Ai tempi del Msi si rischiò – non a caso – l’estinzione, nella breve esperienza in cui chi ci guidava predicò “lo sfondamento a sinistra”; sono certo che chi accettò il passaggio in An – di certo inserita nell’ambito della destra comunemente intesa – lo fece per convinzione, e non per opportunismo. Tornare indietro a vecchie confusioni trasformerebbe il progetto in una auto-celebrazione settaria». L’obiettivo di FdI «non era rappresentare una piccola corrente di un vecchio, piccolo partito; il nostro scopo era mostrare che in Italia la Destra non era scomparsa, nonostante errori propri ed il fallimento di un progetto più ampio. La mia idea rimane quella, resta da capire se e chi ha cambiato prospettiva».
Riscopriamo il “cameratismo”
Bisogna operare, allora, su alcuni pilastri, suggerisce su Destra.it Carlo Fidanza:«Rafforziamo FdI il suo radicamento territoriale, la sua organizzazione, la sua comunicazione, la sua capacità di relazionarsi con le categorie, la sua voglia di aprire le porte a tutti quelli che condividono i nostri valori». Punto chiave, «la candidatura di Giorgia a Sindaco di Roma, che può essere occasione di riscatto e visibilità per il nostro mondo». Ancora: «Offriamo ai tanti malpancisti che militano in altri partiti un porto amico in cui continuare con maggiore coerenza il proprio impegno politico. Fatevi avanti, diteci chi siete e dove volete andare, noi non faremo esami del sangue, ma voi risparmiateci lo stillicidio quotidiano di lezioncine e pagelline». Ma sopra a tutto Fidanza richiama a un concetto che ogni tanto pare smarrito: «amor proprio, senso di comunità. In una parola: Cameratismo. L’idea che all’interno ci si possa persino tirare le sedie ma che all’esterno si esce compatti, difendendosi gli uni con gli altri. È stato il collante che ha permesso alla Destra italiana di sopravvivere alle stagioni più dure. Riscopriamolo!».