“Viva Allah” e si scaglia contro gli agenti: ecco cos’è successo a Padova
Si è scagliato contro i poliziotti, li ha minacciati, ha esaltato le giornate di terrore parigine. Il suo nome è Mohamed R., un ventiquattrenne di origini tunisine (è nato a Palermo), finito in manette dopo un tentativo di furto a Padova. La sua reazione è stata violenta e fa riflettere proprio per i riferimenti all’estremismo islamico, che diventa quasi una “giustificazione”.
Le fasi della vicenda
Mohamed è stato sorpreso a rubare attrezzi in un cantiere di Padova ed era aiutato da un complice nordafricano. Colto in flagrante ha aggredito l’uomo che gli aveva urlato di allontanarsi. La vittima dell’aggressione ha immediatamente informato la polizia e una volante è riuscita a raggiungere il giovane tunisino. Alla vista degli agenti, il ventiquattrenne ha dato in escandescenze scagliandosi contro i poliziotti al grido di “Viva Allah, vi ammazzo tutti, con voi in divisa non parlo”.
Ma la sua violenza non si ferma qui
Non gli è bastato scagliarsi contro gli agenti. Il ladro, in preda alla furia, si è avventato anche contro un passante che era a spasso con il cane. Alla fine, gli agenti sono riusciti ad arrestarlo e a mettergli le manette ai polsi. Una volta accompagnato in cella, però, Mohamed R. ha continuato a inneggiare alla strage di Parigi.
Aveva precedenti ma era libero
Il 24enne è stato arrestato per rapina e per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Un arresto che si aggiunge, però (ed è un dato che deve far riflettere) a una sfilza di altri precedenti: rapina in concorso nel 2009, violazione di domicilio nel 2010, lesioni personali nel 2012, resistenza a pubblico ufficiale nel 2013. Ma era libero.
La reazione del sindaco di Padova
«La nostra cultura e la nostra civiltà sono incompatibili con chi usa il nome di Dio per giustificare atti violenti – ha commentato il sindaco, Massimo Bitonci – manteniamo alta l’attenzione. Spiace constatare che dalla bocca di un italiano, figlio di immigrati, siano uscite parole di odio verso la nostra comunità. L’educazione che questo personaggio deve aver ricevuto in famiglia o in qualche cosiddetto circolo culturale, evidentemente non gli ha giovato. Ora sia messo in condizione di non nuocere».