Charlie Hebdo, caccia a due franco-algerini: venivano dalla Siria
Posti di blocco su tutte le grandi arterie della banlieue nord, centinaia di gendarmi, poliziotti anti sommossa e militari supplementari schierati, giubbotti antiproiettile e armi di difesa per tutti gli agenti. Parigi, dopo la strage del Charlie Hebdo, è una città blindata, ferita da un attentato senza precedenti ma allo stesso tempo in massima allerta per fermare gli assalitori in fuga. In serata, il quotidiano locale L’Union ha scritto che le ricerche si stanno concentrando sulla città di Reims, 140 chilometri a nordest di Parigi, dove stanno convergendo delle unità d’elite della polizia e sarebbero in corso delle perquisizioni. Secondo lo stesso giornale, gli attentatori sono stati identificati e uno di loro sarebbe proprio di Reims.
Almeno due attentatori
I due uomini che hanno sparato nei locali di Charlie Hebdo sarebbero due franco-algerini, di 32 e 34 anni, tornati in Francia quest’estate dalla Siria. Lo rivela il sito di Le Point, citando fonti confidenziali. C’è inoltre un terzo ricercato, un giovane “senza fissa dimora”, che potrebbe averli aiutati. Uno dei due sospetti, dice sempre Le Point, era già stato processato nel 2008, nell’ambito di un’operazione contro una filiera jihadista irachena basata nel 19/o arrondissement di Parigi. Le tracce degli attentatori si sono perse proprio in quel popolare quartiere a nordest, non lontano dal parco della Villette, su una strada che porta verso l’esterno della città. Qui, il veicolo di cui si erano impossessati all’uscita della sede di Charlie Hebdo si è scontrato con un’altra auto, una grossa Volkswagen, rimediando diverse ammaccature e un parabrezza in frantumi. Non riuscendo a proseguire, i fuggitivi lo hanno abbandonato a cavallo di un marciapiede, e hanno poi assalito un’altra vettura che passava alle loro spalle, una Renault Clio, trascinando fuori il guidatore e riprendendo la loro folle corsa verso la banlieue. E’ qui, nel tristemente noto dipartimento della Seine-Saint-Denis, la periferia calda della Ville Lumière già a più riprese teatro di disordini e scontri con la polizia, che si concentrano ora le ricerche. Secondo il sito del Parisien, gli agenti della brigata anti-gang hanno fatto irruzione nel pomeriggio in due appartamenti della zona, uno dei quali nella cittadina di Pantin, appena fuori dai confini di Parigi, individuati come possibili rifugi degli attentatori. Non c’è però stato nessun arresto.
Persone abituate a maneggiare armi pesanti
Parallelamente, avanza a ritmo frenetico il lavoro degli investigatori negli uffici della direzione della polizia di Parigi, della direzione generale della polizia nazionale e della direzione generale della sicurezza interna. Nel suo primo discorso alla stampa, il procuratore di Parigi Francois Molins ha preferito non fornire “indicazioni o precisazioni” sui primi elementi emersi, invitando i media alla “responsabilità” e alla discrezione almeno in queste ore di allarme. “L’obiettivo – ha sottolineato – è fermare al più presto queste persone, di cui non devo certo sottolinearvi la pericolosità”. Numerosi esperti di terrorismo, intervistati nel corso della giornata da radio e tv, si sono però detti sicuri che si tratti di persone abituate a maneggiare armi pesanti, che molto probabilmente hanno ricevuto un addestramento militare.