«Io, violentata a 13 anni»: pedofilia a Palermo, arrestato un sacerdote
Ha raccontato tutto a sua madre, una storia di violenza subita in silenzio quando aveva 13 anni; ora ne ha 21 e solo da poco è finalmente riuscita a parlare con i genitori, che l’hanno sostenuta e aiutata a denunciare tutto ai carabinieri: l’ “orco” sarebbe un sacerdote, protagonista di una brutta storia di pedofilia in provincia di Palermo. Il religioso, don Paolino Marchese, che in passato ha guidato due parrocchie in altrettanti comuni delle Madonie, l’ultima volta a Pollina, è stato arrestato e posto ai domiciliari dagli uomini dell’Arma che conducono le indagini, coordinate dalla procura di Termini Imerese, guidata dal cognato di Giovanni Falcone, Alfredo Morvillo.
Il racconto e la denuncia
I militari hanno verificato passo passo il racconto della giovane, che otto anni fa sarebbe stata avvicinata e abusata più volte dal prete durante gli abituali incontri organizzati in parrocchia e ai quali partecipavano altri ragazzi. Una vicenda che aveva dolorosamente segnato l’adolescenza della vittima, incapace da quel momento in poi ad avvicinarsi a un coetaneo senza provare un forte senso di colpa e vergogna. Chiusa in se stessa, ha vissuto enormi difficoltà relazionali, negandosi la possibilità di intrattenere amicizie, anche le più disinteressate. Un disagio che i genitori non comprendevano, fino a quando la giovane, ormai maggiorenne, ha trovato la forza di denunciare tutto, parlando della sua sudditanza psicologica nei confronti di un uomo che per lei avrebbe dovuto rappresentare una guida. Era convinta che nessuno le avrebbe creduto ed è così rimasta in silenzio per un tempo fin troppo lungo.
Altri casi di pedofilia
I carabinieri hanno bussato alla porta di casa del sacerdote per notificargli l’ordine di custodia cautelare. Dopo aver condotto indagini nel più stretto riserbo, i militari ora parlano di «un solido quadro indiziario a carico del religioso». Non è il primo caso che si verifica nella Madonie: pochi mesi fa i giudici della terza sezione d’appello di Palermo, presieduta da Raimondo Loforti, hanno confermato la condanna per pedofilia a 5 anni e mezzo nei confronti di padre Calcedonio Di Maggio, 65 anni, originario di Collesano, per abusi su un giovane affetto da lievi disturbi psichici; violenze che sarebbero avvenute a Campofelice di Roccella nell’estate del 2003 e del 2006, quando il ragazzo aveva 16 e 19 anni. Lo stesso prete aveva subito due condanne definitive per violenza sessuale prima di prendere gli ordini religiosi e aveva scontato a Torino una condanna per molestie su minori avvenute nel 1986.