Alfano sogna il 5 per cento. E chiede a Renzi di rinnovare il patto di governo
«Siamo pronti, se necessario, a rinnovare il patto di governo con Matteo Renzi fino al 2018». E bravo Angelino Alfano. Gira e rigira il segretario dell’Ncd ha finalmente reso pubblica l’essenza del suo agire politico. Che per l’appunto si sostanzia nell’antico, ma sempre attualissimo primum vivere deinde philosophari. Chiudendo la Winter School del partito al Sestriere il ministro dell’interno non ha certo perso tempo: ha attaccato Matteo Salvini e quanti si battono contro il governo del parolaio di Firenze ed ha cercato di mostrarsi, proprio agli occhi di Renzi, come un leale e affidabile scudiero.
Rinnovare il patto
Avendo rimosso da tempo il marginalissimo fatto di essere stato eletto grazie ai voti di migliaia di italiani che erano e si sentono alternativi alla sinistra, il buon Alfano, che di fronte aveva ad ascoltarlo anche madonna Maria Elena Boschi, si è prodotto in una serie di contorsioni dialettiche per cercare di spiegare che lui e il suo partito stanno al governo per il bene della Nazione. Non per interesse personale, non per voglia di poltrone, non per gestire il potere, ma solo ed esclusivamente per una vocazione al servizio. E per dare una qualche sostanza al discorso ha aggiunto che «nel rinnovato patto di governo con il presidente del consiglio chiediamo un ‘family act‘, una legge a tutela delle famiglie. Come il jobs act è un traguardo storico, così riteniamo che la tutela delle famiglie, quelle composte da un uomo e da una donna, vadano tutelate».
Al governo con la sinistra
Immancabile quindi il riferimento al senso di responsabilità, quasi un mantra per chiunque decida di cambiare casacca politica. Responsabilità che, guarda caso, spinge irrimediabilmente verso la gestione del potere, verso il Palazzo e giammai all’opposizione. Che lì, all’opposizione ha spiegato il buon Alfano «si fanno liti e proclami». Ma, si. Rinnoviamo sto patto con Renzi. Suvvia. E diamo pure un segnale di ottimismo per rincuorare le (scarse) truppe. Ed ecco perciò che il segretario del partito di centrodestra che sta al governo con la sinistra conclude spiegando che «agire con coraggio significa scegliere di passare dal 13 al 5% dei consensi in nome dell’interesse dell’Italia». Già, il 5 per cento. Avercelo, caro Angelino. Avercelo.