Alla Regione Sicilia i vitalizi si ereditano: basta un eletto nell’albero genealogico
Un caso di casta continua. Ininterrotta. E oltre ogni limite della pretestuosità. Uno scandalo giustificato dal regolamento e andato a regime con la pluridecennale pratica mensile. Accade in Sicilia, o meglio alla Regione Sicilia, dove gli ambìti vitalizi regionali si tramandano di padre in figlio, con buona pace di cariche, elezioni, diritto e buon gusto. A riferirlo è un servizio di Libero che, con richiamo in prima e sconcertante finale a pagina 5, racconta, argomenta e denuncia un nuovo caso di malcostume istituzionalizzato.
La reversibilità del vitalizio
«La Regione – scrive il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – paga da 40 anni una pensione da 2000 euro al mese a una signora che non ha mai messo piede all’Ars». Un “diritto” acquisito, il suo, vantato e accreditato nel corso del tempo, in nome semplicemente dell’albero genalogico della fortuanta signora, il cui padre, consigliere negli anni Quarnata per il partito monarchico, le ha lasciato in eredità il contributo che – spiega ancora Libero – alla morte dell’onorevole, in base al regolamento del parlamento regionale siciliano, passa al coniuge superstite e, in alternativa, al figlio inabile al lavoro o alla figlia nubile e “in stato di bisogno”».
I numeri della casta regionale
Ma la signora, va da sé, non è certo l’unico caso di privilegio acquisito e tramandato nell’asse ereditario dalla Regione Sicilia. Attualmente, spiega il giornale, sono 117 gli assegni di reversibilità versati a congiunti di parlamentari scomparsi che già godevano di una pensione: come il caso di cui sopra, infatti, altri 116 persone incassano il benefit mensile grazie a parenti rimasti in carica anche solo per sei mesi nel parlamento regionale. E dalle carte spunta persino il versamento periodico dovuto al figlio di un “deputato fantasma”: l’uomo non fu eletto, ma fece ricorso. Ottenne i soldi e il riconoscimento di un diritto che ora si godono indisturbati gli eredi appunto. Un bene prezioso acquisito senza sedersi nemmeno un giorno nella Sala d’Ercole a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana.