Un anno di governo Renzi: solo tweet e tante chiacchiere

21 Feb 2015 15:58 - di Corrado Vitale

Un anno di governo Renzi: solo tweet e chiacchiere. Perché, per il resto, la situazione italiana non è affatto migliorata. Anzi. Una cosa la si può comunque dire: Renzi verrà ricordato come il primo presidente del Consiglio che ha utilizzato in modo sistematico il social  twitter.  “Arrivo, arrivo! #lavoltabuona”, è infatti il “cinguettio” dell’esordio, quello che al Quirinale non dimenticano. Era il 21 febbraio 2014 e il leader del Pd era da Giorgio Napolitano per sciogliere la riserva. Rompendo ogni cerimoniale, comunicò così, con due parole e un hashtag, che a breve avrebbe letto la lista dei ministri. Poco più tardi, a cose fatte, un altro tweet: “Compito tosto e difficile. Ma siamo l’Italia, ce la faremo. Un impegno: rimanere noi stessi, liberi e semplici”.

All’inzio fu “#Enricostaisereno”

Via twitter Renzi ha raccontato i vertici internazionali e le prime fasi del soccorso della Norman Atlantic, ha pubblicato un cedolino con lo sgravio degli 80 euro, ha augurato buon viaggio a @Pontifex Papa Francesco, si è immortalato in un selfie con gli scout e ha fotografato le piazze della campagna elettorale per le Europee. O, infine, come il tweet mai scritto ma pronunciato in un’intervista tv, che viene ricordato come il peccato originale del governo Renzi: “Diamo un hashtag #Enricostaisereno”, disse l’allora sindaco a Enrico Letta il 17 gennaio 2014. Un mese dopo avrebbe preso il suo posto a Palazzo Chigi.

Il “Mattinale”: “Renzi ha stufato”

La roboante inconcludenza di Renzi non sfugge al Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera, che così osserva: “Un anno fa è arrivato Renzi a Palazzo Chigi. Confidiamo sia l’ultimo. Ha stufato. Ha cominciato a chiacchiere, ha chiuso i suoi dodici mesi con la solennità delle chiacchiere. Basta così”.  “Peggio – prosegue il Mattinale – non poteva essere questo suo anno. Si è chiuso com’è cominciato: con gli annunci di cose presenti e inesistenti, di un futuro fiabesco, con l’invito a guardare le sue bolle colorate, il suo Zeppelin che solca vanaglorioso il cielo carico di ministri e ministre che suonano il piffero di guerra”.

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