Atene non cede: «Non firmeremo, neanche con una pistola alla tempia»
La Grecia “non firmerà un’estensione del programma di aiuti nemmeno con una pistola puntata alla tempia”. Lo ha detto il portavoce del governo di Atene Gavriil Sakellaridis alla Tv greca, aggiungendo che “anche l’altra parte sente la pressione ed è in ansia per ciò che potrebbe accadere, siamo certi di questo”. La democrazia greca “non può essere minacciata”, rincara la dose il premier Alexis Tsipras all’emittente televisiva Vouli tv, aggiungendo che la Grecia non è una colonia o un paria dell’Europa. La Grecia non ha fretta e dunque non accetterà compromessi, aggiunge il leader ellenico, aggiungendo che il governo manterrà le promesse elettorali.
Schaeuble: «Dipende tutto dai greci»
Il governo tedesco ostenta, da parte sua, indifferenza. “È una decisione interamente nelle mani della Grecia” se il Paese resterà nell’euro: lo ha detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, spiegando che tutto è legato alla permanenza di Atene in un programma di assistenza finanziaria e che in caso di un’uscita si creerà una situazione “difficile”. Lascia invece una porta aperta al dialogo Pier Carlo Padoan: «L’Eurogruppo di ieri è stata una riunione poco utile, ma a partire da quello continua il dialogo in modo costruttivo”.
Le prossime tappe
Nulla comunque è ancora definitivamente compromesso. Decisive si profilano le prossime tappe. Il 20 febbraio è attesa una cruciale riunione dell’Eurogruppo. È in tale sede che si dovrà siglare un eventuale accordo, nel caso in cui Atene accetti le proposte della Ue. Il 28 febbraio scade invece l’attuale piano di salvataggio da 172 miliardi di euro messo a punto dalla Troika, ossia Ue-Bce-Fmi. Il piano è stato adottato nel 2012 e prolungato di due mesi a fine 2014. C’è tempo dunque due settimane prima del “diluvio” su Atene. E in due settimane possono accadere molte cose.