Consob, arriva la nomina di Savona. E i falchi del M5S esplodono: «Ha vinto ancora Salvini»
Via libera del governo alla nomina di Paolo Savona a presidente della Consob. Come da indiscrezioni della mattina, il Consiglio dei ministri ha anche deciso di trasferire le deleghe agli Affari Europei finora assegnate a Savona al premier Giuseppe Conte, che ne assume l’interim. Superata, almeno nei ragionamenti, la presunta incompatibilità con la legge Madia: la norma contenuta nella legge si riferisce a “nomine di amministrazione” e non “di governo”, e quella di Savona spetta appunto all’esecutivo e il decreto porterebbe la firma del capo dello Stato. Discorso diverso e applicabilità della norma, spiegano ancora le fonti, ci sarebbe nel caso della nomina a direttore generale, essendo questa una nomina di amministrazione. Secondo quanto prevede la legge, chi è in quiescenza lavorativa, cioè in pensione, può ricoprire incarichi dirigenziali o direttivi solamente a titolo gratuito e per un solo anno.
Le critiche fioccano dal Pd, che insiste sull’incompatibilità, ma c’è maretta anche all’interno del M5S che considerano Savona più vicino a Salvini che al mondo grillino. I cosiddetti “falchi” del Movimento criticano duramente la virata sul ministro euro-scettico e l’accordo politico che porterebbe Marcello Minenna al ruolo di segretario generale. Da ieri, quando la notizia del ticket Savona-Minenna è iniziata a circolare, sms al vetriolo sono rimbalzati sui telefonini dei “duri e puri” del Movimento, l’ala considerata più vicina al presidente della Camera Roberto Fico (nella foto). Ci sono stati incontri anche nelle prime ore del mattino. Nel mirino Luigi Di Maio ma anche il premier Giuseppe Conte, rei, a detta dei malpancisti, di non aver chiuso l’accordo su Minenna alla presidenza. Ma anche contro la sottosegretaria Laura Castelli e il collega Stefano Buffagni, entrambi vicinissimi a Di Maio, volano stracci, accusati di mal consigliare il capo politico del Movimento. Soprattutto, a detta delle voci critiche del Movimento, su Savona sarebbero state “aggirate le regole, violando quello che è lo spirito dei 5 Stelle”. I falchi puntano il dito contro la “forzatura procedurale” anche della legge Madia sulla Pa.