Belpietro: sui cambi di casacca Renzi ha cambiato idea
Un po’ di coerenza, please. Matteo Renzi non brilla per umiltà e neppure per memoria. A rinfrescargliela ci pensa il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, che apre l’edizione odierna con un titolo eloquente Le ultime parole famose. Renzi “Chi cambia partito deve lasciare la poltrona”. Il premier ha imparato in fretta le astuzie e le spregiudicatezza della politica, scrive Belpietro. “Come avevo scritto pochi giorni fa, nonostante la sicurezza ostentata, il capo del governo non è sereno perché sa che la sua maggioranza ha piedi e gambe d’argilla e potrebbe franare in fretta. E allora eccolo lanciarsi in un’operazione scouting…”.
C’è scouting e scouting
Naturalmente quando era Berlusconi a tamponare l’uscita dei dissidenti di Futuro e Libertà contattando parlamentari di altro colore – osserva Belpietro – “faceva compravendita e per questo lo hanno rinviato a giudizio, ma se lo fa un politico di centrosinistra, per di più con l’aureola del Rottamatore, non si chiama compravendita si chiama scouting”. Se poi ci aggiungete che i voltagabbana (nel nostro caso otto parlamentari di Scelta Civica, ndr) possono essere parcheggiati direttamente nel Partito democratico o in un apposito gruppo definito con grande lungimiranza “Orizzonti 2018”, allora – continua Belpietro – qualsiasi profilo negativo è rimosso, perché “il cambio di casacca è giustificato dalla necessità di guardare al futuro e di dare stabilità al Paese”. Lontani i tempi in cui il futuro premier, in piena rottamazione, attaccava ad alzo zero chi cambiava casacca. “Se uno smette di credere in un progetto politico – diceva l’allora sindaco di Firenze – non deve essere certo costretto con la catena a stare in un partito, ma questa gente, quando se ne va, deve fare il favore di lasciare il seggiolino”. Appunto.