«Berlusconi ha negoziato una resa che consegna l’Italia a Renzi»
«Berlusconi leader in panchina? L’idea che il centrodestra teme». Nell’analisi di Paolo Franchi sul Corriere della Sera, si parla del futuro dei moderati. Si parte appunto dal leader di Forza Italia. «La novità non è Renzi», che «da anni si prefigge apertamente l’obiettivo» «non di uccidere politicamente Silvio Berlusconi, ma di accompagnarlo sulla via della quiescenza». La novità, secondo Franchi, è rappresentata da un Berlusconi che «mese dopo mese si è venuto convincendo dell’ineluttabilità di una simile prospettiva». Da qui la disposizione da parte del Cavaliere a «contrattare tempi e modalità per spuntare (seppure in condizioni assai sfavorevoli) il più possibile come fanno tutti i pensionando finché sono in grado di farlo».
Quello che un professionista della politica non farebbe mai
«Un politico professionale non sarebbe mai entrato in questo ordine di idee, perché la politica è una malattia incurabile che ti spinge a far di tutto per restare sulla breccia anche se il tuo tempo è scaduto. Ma Berlusconi, si sa, è il contrario di un politico professionale, anzi, a lungo è stato in sintonia con la maggioranza degli italiani», contrari al «teatrino della politica». Insomma, l’ex premier «sa che quella lunga stagione, incardinata sulla sua figura, è finita e non tornerà».
Una legge elettorale che consegna l’Italia al Pd
Ecco perché, secondo l’editorialista del Corriere della Sera «con Renzi, Berlusconi non negozia le regole di una democrazia dell’alternanza finalmente matura ma le condizioni (la cosiddetta agibilità politica) di una ritirata che non si trasformi in una rotta. Se non si parte da qui, si capisce poco di quanto è capitato dal patto del Nazareno a oggi, a cominciare dall’incredibile appoggio di Forza Italia a una legge elettorale che sancisce la rinuncia del centrodestra a battersi, almeno in tempi politicamente prevedibili, per il governo del Paese». E ancor meno si capisce «come mai il patto in questione non sia stato scalfito più di tanto» dallo sgarro di Renzi con l’elezione di Mattarella al Quirinale. Il futuro, secondo Franchi, resterà a lungo oscuro per il centrodestra, a meno che «Renzi non scivoli prima, magari per via di uno di quegli eccessi di sicurezza o di arroganza, che affliggono anche i più bravi fra i solisti autodidatti». Ma in ogni caso, «la soluzione non avrà le fattezze di Berlusconi».