Berlusconi tentato dalla carta Fitto: per Forza Italia ci vuole l’elettrochoc

6 Feb 2015 13:42 - di Francesco Signoretta

Silvio Berlusconi pronto alla svolta. Ha ascoltato tutti, la tensione si toccava con mano. Ha respinto le dimissioni collettive dei vertici del partito. E poi ha chiuso la porta per riflettere e valutare l’azione di Raffaele Fitto. Capisce che Forza Italia vive il suo momento cruciale, o dentro o fuori, o si riparte o si finisce a pezzi. Perdere altro tempo sarebbe un suicidio, significherebbe perdere di credibilità e soprattutto spalancare un’altra autostrada a Renzi, che appare il predestinato alla vittoria. Bisogna agire, subito. E sciogliere i nodi.

Berlusconi pronto a utilizzare il jolly

La tentazione, una tentazione che si fa sempre più forte, è quella di tentare la carta di Fitto, trasformarlo nel nuovo leader del partito, dopo la grande delusione di Alfano. Non l’ha fatto subito, Berlusconi. Ha voluto attendere, perché la ferita dello strappo del Ncd brucia ancora. Del resto, Fitto ha posto questioni politiche, molte delle quali condivisibili, come quella di recuperare il profilo liberale e riformatore, nonché di riaggregare i delusi del centrodestra e soprattutto il ceto medio. Ma soprattutto, differenziarsi in modo netto dalla politica di Renzi.

Fitto prepara l’affondo: convention dei “ricostruttori”

«Non siamo né vogliamo essere “rottamatori”, anche perché nel centrodestra italiano quasi tutto è già sfasciato, ma “ricostruttori”. E sabato 21 febbraio a Roma sarà l’occasione in cui cominceremo a esporre le linee guida delle nostre proposte per l’Italia, oltre che per Forza Italia e per il centrodestra». Raffaele Fitto scalda i motori ed è pronto per il rush finale. «È ormai chiaro – dice – che, per sua prepotenza e per incredibile debolezza altrui, Matteo Renzi sta vincendo tutte le partite nel Palazzo. Tuttavia, la situazione dell’Italia resta drammatica. Le previsioni Ue hanno prospettato una tendenza mortificante per l’Italia, nel silenzio quasi totale della politica e dei media italiani: nel 2015, saremo penultimi in Ue per crescita economica (appena davanti a Cipro), mentre l’anno successivo, nel 2016, saremo scavalcati anche da Cipro, conquistando la maglia nera di tutto il Continente. Dinanzi a ciò, come avevamo iniziato a fare con i nostri emendamenti alla legge di stabilità (bocciati dal governo Renzi) e con una sequenza di appuntamenti tematici nell’autunno scorso, è venuto il momento di uno scatto e di un passaggio di fase. Noi non ci limitiamo a una battaglia interna su assetti e organizzazione, ma abbiamo un progetto e una proposta sui contenuti, in chiave fortemente liberale, innovativa, modernizzatrice».

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