Binelli Mantelli: l’Isis va colpito in Iraq. Invito alla cautela sulla Libia

18 Feb 2015 9:45 - di Redazione

”Ormai è chiaro che per sconfiggere il terrorismo, bisognerà per prima cosa sradicare l’Isis da lì, dall’ Iraq, l’epicentro del Califfato”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, capo di stato maggiore della Difesa, cauto sul ruolo dell’Italia nell’attacco ai jihadisti: ”Le armi migliori al momento – dice – si chiamano diplomazia e Consiglio di sicurezza Onu”. Poi illustra la situazione in Libia: ”Derna – spiega – può considerarsi un’enclave dei terroristi. Le altre città, invece, Tripoli e Sirte comprese, sono in mano ancora saldamente alle diverse tribù, che in questo momento, è vero, possono pure simpatizzare, per motivi loro, di convenienza, con il Califfato, ma non di sicuro per ragioni ideologiche”.

Il rammarico per i due marò

Prossimo alla scadenza del suo mandato, il 28 febbraio, per Mantelli è anche tempo di bilanci. Il suo più grande rammarico ”è di non aver visto la soluzione” per i due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Soddisfazione invece per ”l’obiettivo raggiunto per il 2015 dello sblocco degli stipendi dei militari”.

Manca una politica estera comune dell’Ue

Un problema evidenzia su tutti: ”La mancanza di una vera politica estera comune dell’Unione Europea. E quindi un deficit rischioso di raccordo operativo con la Nato”. Sul tema immigrazione e sbarchi Mantelli spiega che ”Triton va benissimo per il controllo delle frontiere”, tuttavia ”Mare Nostrum serviva non solo a salvare vite umane ma a sorvegliare quel tratto di mare”, insomma ”garantiva più sicurezza”.

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