La Boldrini si fa i complimenti da sola: «Io, prestata alla politica, vi dico…»
Si autodefinisce “prestata alla politica” e si pone come “paladina” della buona politica. Rieccola, Laura Boldrini. Parla agli studenti. O meglio, straparla per autoelogiarsi. E si becca subito l’ironia del web. «Cittadini e istituzioni devono fare pace e io sono a disposizione di questa missione», dice. Da presidente della Camera a missionaria. Il tutto dall’alto della sua autorità.
La Boldrini e le sue tante “missioni”
È il suo ultimo affondo. È stata, a seconda delle esigenze, l’avvocato difensore di immigrati, rom, rifugiati, senza nemmeno una critica. Ha puntato il dito accusatore contro i residenti che osavano protestare contro le aggressioni di nomadi e migranti, a cominciare da quelli di Tor Sapienza. «La politica segna la nostra vita: ci dà e ci toglie», afferma la presiente della Camera. E aggiunge: «Non bisogna lasciarla nelle mani di chi non ha interesse alla cosa pubblica. Cominciate subito a praticarla, non lasciate questo straordinario spazio agli altri», afferma parlando agli studenti dell’Istituto di istruzione superiore Savoia-Benincasa, annoverato fra le 20 avanguardie educative individuate dall’Istituto nazionale di innovazione e ricerca educativa. Boldrini ha portato la sua esperienza di persona “prestata” alla politica (era portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e della sua scelta di campo. Insomma, cerca di tirare l’acqua ala proprio mulino.
Il patto opaco cittadini-politica
Il patto opaco tra cittadini e politica, «se mi voti raccomando tuo figlio» deve finire. Ma la nuova politica non significa distruggere le istituzioni. Tuteliamole, perché senza le istituzioni democratiche c’è la dittatura». Come dire che se le cose non vanno per il verso giusto non è colpa di chi governa, non è neppure colpa dei partiti che fanno parte della maggioranza di questo Paese, né di chi occupa posizioni di vertice. Allora chi fa questi patti scellerati con i cittadini? Ma è chiaro, i partiti che non la pensano come la Boldrini e che stando all’opposizione non hanno la possibilità di pilotare alcunché. Boldrini ha quindi invitato l’istituto a Montecitorio: «I giovani devono venire nella casa della democrazia, perché è la casa di tutti. Frequentate il Palazzo, sentitelo vostro».