Il Brasile supplica l’Italia: estradate Pizzolato. Che dice Renzi su Battisti?
Si è costituito ai carabinieri ed è ora nel carcere di Modena, Henrique Pizzolato, l’italo-brasiliano direttore marketing del Banco do Brazil condannato definitivamente in Brasile a 12 anni e 7 mesi per il giro di tangenti “Menselao‘” legato al finanziamento dell’opposizione all’ex-presidente Lula.
La decisione di Henrique Pizzolato di costituirsi è arrivata dopo che la Corte di Cassazione ha deciso che «sussistono» tutte le condizioni per dare il via libera all’estradizione dell’ex-direttore del Banco do Brasil richiesta dal governo del Brasile. Con questa decisione la Suprema Corte ha annullato il no all’estradizione emesso dalla Corte di appello di Bologna in precedenza.
Pizzolato era fuggito in Italia dopo essere stato condannato a 12 anni e 7 mesi di carcere, in Brasile, nell’inchiesta “Mensalao“, una sorta di tangentopoli brasiliana. Pizzolato era stato arrestato lo scorso anno a Maranello, e successivamente, lo scorso giugno, era stato rimesso in libertà dalle autorità italiane. La Corte d’appello di Bologna aveva, infatti, decretato che non sussistevano le condizioni per estradarlo in Brasile con ordinanza emessa lo scorso 28 ottobre. In particolare, Pizzolato ha ricevuto la condanna definitiva per un giro di tangenti con le quali sarebbe stata finanziata l’opposizione al presidente Lula. Anche la Procura generale della Suprema Corte aveva chiesto di annullare il “no” all’estradizione e di accogliere la richiesta del governo brasiliano che vuole che Pizzolato sconti la sua pena in un carcere del Brasile.
I brasiliani temono ritorsioni per la vicenda Battisti
Il pensiero ora corre per forza al terrorista pluriomicida Cesare Battisti, riparato in Brasile, dopo la condanna in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi. Per contrappasso a salvare l’ex-terrorista dalle carceri italiane fu proprio l’ex-presidente Lula che sfruttò la comune identità ideologica con Battisti il 31 dicembre del 2010 rifiutò platealmente l’estradizione richiesta dall’Italia. Uno schiaffo terribile al diritto che l’Italia ha incassato. Lo stesso ex-presidente Napolitano ha fatto sapere di essere indignato ma nulla di più.
Ma ora la questione Battisti torna di prepotenza nell’agenda del governo. Perché di fronte alla richiesta di estradizione di Pizzolato, l’Italia può e deve, a buon bisogno, pretendere in cambio la restituzione di Battisti.
Lo hanno capito perfino i brasiliani. La Procura generale carioca ha fatto sapere che, a questo punto, la decisione definitiva sull’estradizione in Brasile dell’ex-direttore del Banco do Brasil, sarà «politica»: «La decisione sull’estradizione appartiene al governo italiano. Si tratta solo della prima fase, una fase giuridica. Il prossimo passo sarà politico. Un conto è l’autorizzazione, un altro è la consegna», ha avvisato Vladimir Aras, assessore per la Collaborazione internazionale della Procura della Repubblica di Brasilia. Tutto sta a vedere se Renzi farà quello che si aspettano tutti gli italiani o tradirà, come hanno fatto i suoi predecessori, le vittime della violenza omicida di Battisti.