Brunetta al Quirinale: «Mattarella vuole il dialogo, Renzi l’ha capito?»

17 Feb 2015 12:43 - di Carlo Marini

«Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il presidente del Gruppo parlamentare “Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente” della Camera dei Deputati, Renato Brunetta». È quanto si legge nella laconica nota della presidenza della Repubblica. Più articolato e meno rituale il resoconto dei trenta minuti di colloquio riportato da Renato Brunetta. «Il presidente Mattarella – ha detto il capogruppo azzurro dopo il colloquio al Quirinale sulle riforme – ha auspicato che il dialogo sulle riforme possa riprendere. Conoscendolo, userà tutti gli strumenti previsti dalla Costituzione per ripristinare un clima di dialogo». Brunetta ha ricordato che «le Costituzioni devono unire. Non possono dividere. Forza Italia conferma la coesione nazionale sulla crisi libica. Ma questo deve trovare un clima positivo. Il presidente della Repubblica ha ascoltato e ha molto apprezzato. Noi auspichiamo che la riforma costituzionale e la legge elettorale trovino un alveo di ampia condivisione. Non si può pensare – conclude l’esponente di Forza Italia – di chiedere la coesione nazionale di giorno e procedere a colpi di maggioranza di notte per approvare 40 articoli della Costituzione».

Dopo Brunetta, l’incontro con Vendola

Nell’incontro successivo al Quirinale, Mattarella ha ricevuto il leader di Sinistra e libertà, Nichi Vendola. «Non ci può essere l’idea che si può governare con colpi di mano e accelerazioni che imbavagliano il Parlamento ridotto a rango di votificio, non ci è piaciuto il clima di goliardia con il quale si è concluso il dibattito in Aula sulle riforme». Vendola ha ribadito di avere «espresso preoccupazione per l’umiliazione alla quale è sottoposta la funzionalità del Parlamento». Vendola ha ringraziato il presidente della Repubblica per l’ascolto riservato alla delegazione del partito composta anche da Arturo Scotto e Loredana De Petris. «Non siamo abituati a tirarlo per la giacca o a gettarlo nell’agone politico – ha premesso il leader di Sel – ma è nostro dovere morale rivolgersi al garante della Costituzione. La situazione è così grave e incandescente che merita da parte del governo un atteggiamento più responsabile».

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