Cicchitto avverte: senza di noi cade il governo… E strizza l’occhio al Cav
Matteo Renzi li tratta come un partitino dallo zero virgola e lui, nel suo piccolo, batte i pugni. Intervistato dal Giornale, Fabrizio Cicchitto alza “timidamente” la voce ricordando al premier che siede a Palazzo Chigi con il contributo determinante del Nuovo centrodestra di Alfano. «Forse dimentica che il suo è un governo di coalizione. Come lo era quello di Enrico Letta. Non credo sia un problema di partiti o partitini. O cespugli. Ma è un problema di gruppi parlamentari. E ricordo che è grazie ai gruppi parlamentari di Alleanza popolare che i provvedimenti del governo sono passati, e passeranno, in Parlamento». Una minaccia? Non ancora. «Non voglio essere frainteso – aggiunge il mite Cicchitto, un passato nel Partito socialista – non voglio entrare nella logica della verifica. Mi limito ad osservare che in questo momento il Pd non ha la maggioranza assoluta in Parlamento». Poi, noblesse oblige, minimizza sullo tsunami in casa alfaniana. «Oggi dentro Alleanza popolare è in corso una dialettica politica. Ora sembra evidente che sarebbe stato meglio che il centrodestra fosse rimasto unito e presente nel governo Renzi. Avremmo avuto un potere contrattuale maggiore», dice senza nascondere la tentazione di riaprire un canale con Forza Italia. «Una cosa è certa: deve nascere un nuovo centrodestra. Ma non può nascere con la Lega di Salvini, che è cosa ben diversa da quella di Bossi. Occorre aprire una nuova fase dopo l’esplosione-implosione subita anche per la radicalizzazione delle posizioni. Magari forme più strette di collaborazione possono nascere nelle Regioni dove la Lega non è presente».