Colletta in Olanda per la Barcaccia. Sgarbi choc: ora è meglio di prima
L’ha chiamata «Scusa Roma Actie», ed è un’iniziativa avviata da una cittadina olandese, Elisabeth Jane Bertrand, che non ha digerito i danni provocati a Roma dai teppisti del Feyenoord, e ha raccolto circa 4mila euro. Ma con un obiettivo più ambizioso: raggiungere quota 100mila euro per contribuire a restaurare la Barcaccia di Piazza di Spagna malmenata dai teppisti di Rotterdam.
Una colletta per la Barcaccia
Uno dei fini della colletta lanciata online – spiega la promotrice – è di «esprimere alla popolazione di Roma la vergogna provata dagli olandesi per questi comportamenti, e di offrire una donazione al Comune di Roma dopo questa terribile giornata, in modo da poter tornare nella città eterna a testa alta». Elisabeth chiede che la donazione equivalga «almeno ad un mazzo di tulipani, in modo da regalare l’equivalente di migliaia di campi di tulipani», i fiori simbolo dei Paesi Bassi. Un giornale, dopo i disordini scatenati dagli hooligans olandesi, aveva titolato “Olandesi animali”. Non tutti, evidentemente. E sicuramente è una buona notizia.
Sgarbi controcorrente
E sui danni alla Barcaccia Vittorio Sgarbi va controcorrente: intervenendo a La Zanzara su Radio24 spiega di avere eseguito un personale sopralluogo e di avere ricavato la certezza che la fontana non ha subìto danni irreparabili ad opera dei tifosi del Feyenoord. Secondo lo storico dell’arte è impossibile che le 110 scheggiature di cui si parla siano state opera dell’assalto degli hooligans. Quindi “qualcuno ci vuole marciare”. «Il danno non c’è. Il danno è inesistente, è già finito tutto con la stuccatura. Ho parlato con il Sovrintendente, è travertino, più lo pulisci più lo rendi fragile, già il restauro fu un danno. Marino paghi l’operaio, altrimenti lo pago io. Adesso la fontana è meglio di prima. La tragedia immonda è vedere la birra e i palloncini nella fontana trasformata in un cassonetto, la mancanza di rispetto. La realtà del danno è insignificante. Marino non può chiedere un risarcimento del cazzo per tre ore di lavoro di un operaio».