Fitto: «Ecco l’elenco degli errori commessi in Forza Italia…»

9 Feb 2015 17:39 - di Redazione

Raffaele Fitto non ci crede più. Forza Italia è fuori tempo massimo per fare fronte a errori irreparabili. «Leggo che sarebbe pronta una fase di opposizione più dura – osserva l’europarlamentare azzurro – anche da parte del nostro partito, sulle cosiddette “riforme istituzionali” di Renzi, che purtroppo promettono ma non mantengono una speranza di cambiamento. Mi verrebbe da dire a chi in Forza Italia ci raggiunge sulle frontiere dell’opposizione: benvenuti! Meglio tardi che mai! Purtroppo, però, la frittata è già stata fatta, e sarà difficile rivoltarla o comunque “nobilitarla». «Per mesi – aggiunge Fitto – nonostante l’allarme e il dissenso motivato di tanti di noi, si è raccontato ai quattro venti che quelle di Renzi erano le “nostre” riforme».

Le cose che per Fitto non tornano

«Alla Camera, nelle scorse settimane, avendo tanti nostri deputati presentato emendamenti per abolire davvero il Senato, il resto del gruppo di Forza Italia ha incredibilmente votato contro insieme al Pd, contribuendo alla bocciatura. Ancora più surreale – nota l’ex governatore della Puglia – è stata la vicenda dei nostri emendamenti sul presidenzialismo: il resto di Forza Italia prima ha sostenuto i nostri emendamenti, ma poi, dopo la bocciatura, ha comunque votato a favore dell’articolo senza presidenzialismo, come prova finale di zelo verso Renzi. Risultato: su due questioni decisive, essendo stati bocciati i relativi emendamenti, sarà pressoché impossibile riaprire la discussione. Ed è perfino incredibile ricordare che i nostri deputati “colpevoli” di aver presentato quegli emendamenti liberali sono stati più o meno autorevolmente invitati ad andarsene, in quei giorni».

Fitto torna a chiedere l’azzeramento

«Questi errori, purtroppo – prosegue Fitto – non sono più riparabili. E occorre che qualcuno se ne assuma tutta intera la responsabilità politica davanti ai nostri elettori. Ecco perché dico a Silvio Berlusconi che serve un azzeramento totale, nel partito e nei gruppi. Che facciamo, se no? Ci ripresentiamo a gestire la fase che dovrebbe essere di opposizione con gli artefici di questi “capolavori”? L’azzeramento non è dunque una questione di organigrammi, ma un elementare tema di credibilità e decoro politico. Altrimenti, non è una cosa seria…».

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