Gino Paoli indagato per evasione fiscale: «Portò in Svizzera due milioni»
La procura di Genova ha indagato il cantautore Gino Paoli per evasione fiscale. In queste ore è in corso un blitz della Guardia di finanza nella casa genovese del cantante, nel Quartiere azzurro di Nervi. Secondo gli inquirenti il cantante avrebbe fatto arrivare in Svizzera due milioni di euro. Paoli è attualmente presidente della Siae. L’inchiesta sul cantautore genovese nasce da alcune intercettazioni fatte nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi truffa ai danni di banca Carige. Nell’inchiesta gli inquirenti ascoltano le telefonate del commercialista Andrea Vallebuona, professionista del quale si è avvalso anche l’ex presidente di Carige Giovanni Berneschi, che parla con il cantautore, suo cliente. Nelle telefonate i due parlerebbero di trasferire i soldi (circa due milioni di euro) in Svizzera attraverso il Centro fiduciario di Carige. Vallebuona era finito in carcere nell’inchiesta Carige.
Gino Paoli, ex deputato Pci
Il cantautore genovese, da sempre militante di sinistra, è stato anche parlamentare del Partito comunista italiano e per i suoi cinque anni alla Camera dei deputati, dal 1987 al 1992, un solo intervento in aula in tutta la legislatura, percepisce tuttora un vitalizio di oltre tremila euro al mese. Secondo quanto emerso nelle indagini, Gino Paoli avrebbe portato in Svizzera due milioni di euro nel 2008. I soldi non sono stati scudati ne’ sono stati oggetto di dichiarazione di reddito. L’evasione fiscale, secondo gli investigatori, ammonterebbe quindi a circa 800 mila euro e non sarebbero stati dichiarati nel 2009. Gli inquirenti vogliono capire in quale banca svizzera sarebbero stati portati i soldi, per questo sono in corso le perquisizioni. Paoli non è l’unico cantante idolo della sinistra indagato per evasione fiscale: il 3 marzo Gianna Nannini, che ha scritto anche l’inno del Partito democratico, dovrà presentarsi davanti al giudice con l’accusa di avere sottratto al fisco quasi 4 milioni di euro.