Grecia, violenti scontri ad Atene: gli antagonisti all’attacco di Tsipras

27 Feb 2015 18:57 - di Redazione
Scontri ad Atene

È la prima volta del governo di Alexis Tsipras, che tra i suoi primi atti aveva fatto rimuovere le barriere davanti al Parlamento ed ordinato alla polizia di non intervenire durante le manifestazioni, per anni segnate da sanguinose violenze. Giovedì notte, a un mese esatto dalla nascita del governo di coalizione tra la sinistra di Syriza e la destra populista di Anel, la polizia ed un gruppo di manifestanti si sono scontrati nei pressi del Politecnico ateniese. Protagonista un gruppo di 50 persone per lo più a viso coperto, ritenuto vicino agli antagonisti, al termine di una marcia di protesta – cui avevano preso parte meno di 500 persone – contro la politica economica del governo che si era diretta al Parlamento. I manifestanti, staccatisi dal corteo quando questo si stava sciogliendo, hanno sfondato le vetrine di una banca in centro e di altri negozi, distrutto alcune pensiline degli autobus, lanciato molotov e pietre contro gli agenti, incendiato una macchina, e hanno quindi dato fuoco ad alcuni cassonetti dell’immondizia. Gli incidenti sono avvenuti nel quartiere di Exarchia, roccaforte della sinistra estrema e antagonista, che si oppone da sempre non solo a qualsiasi negoziato con l’Ue, ma alla permanenza stessa della Grecia nell’Euro e nell’Unione europea.

Atene, malumori anche all’interno di Syriza

Gli scontri, pur se di piccola entità in confronto a quelli degli scorsi anni, quando ci furono anche vittime – come i tre impiegati morti in un’agenzia della Marfin Bank data alle fiamme durante uno sciopero generale nel maggio 2010 – e interi palazzi incendiati – a febbraio 2012 – segnalano come il nuovo governo resti comunque un obiettivo di contestazione da parte di segmenti della società ellenica, nonostante la sua agenda particolarmente attenta al sociale, per lo meno nelle promesse elettorali. La manifestazione era stata organizzata dalla coalizione di estrema sinistra Antarsya, che alle elezioni del 25 gennaio ha ottenuto lo 0,64% dei voti e nessun deputato. D’altro canto, la scelta di Tsipras di accettare un’estensione degli aiuti per quattro mesi in cambio di un’austerità mitigata solo da qualche provvedimento per i ceti più colpiti dalla crisi, ha creato non pochi malumori anche all’interno di Syriza, un partito che raccoglie molte anime diverse, dai comunisti agli ex socialisti. Come è noto, il Fondo salva-Stati Efsf ha esteso la disponibilità dei fondi alla Grecia fino al 30 giugno, così come prevede l’accordo dell’Eurogruppo. L’Efsf ha emendato il Master Financial Assistance Facility Agreement, cioè il nome tecnico del programma di aiuti alla Grecia, che quindi non scade più domani ma il 30 giugno. Il Fondo fa sapere che ci sono ancora 1,8 miliardi disponibili, ma l’esborso di questa tranche è condizionato alla conclusione della valutazione del piano di riforme, atteso entro fine aprile.

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