I giornali del 6 febbraio visti da destra: dieci articoli da non perdere
Grecia, leggi anti-corruzione, violenza dell’Isis e alleanze variabili all’0mbra di Palazzo Chigi. Le prime pagine dei quotidiani sono occupate principalmente dal braccio di ferro di Atene con Berlino e dall’intervento a sorpresa della Bce. Riflettori puntati anche sulle mosse di Renzi dopo il gelo con il Cavaliere.
1) La corda tesa del premier (Corriere della Sera, pag. 1)
Nell’editoriale di Massimo Franco si fa il punto sullo smarcamento del premier da Forza Italia per rafforzare l’operazione di ricompattamento della sinistra. E’ questo il sottintesto politico dell’accordo raggiunto sulla legge anticorruzione.
2) Nordio: leggi bizantine, va colpito solo chi le mazzette le prende (Corriere della Sera, pag. 7)
Intervistato, il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, fa il punto sull’intesa anti-corruzione annunciata dal ministro della Giustizia. E invoca una scelta di campo: decidere che l’imputato è chi le mazzette le prende, non chi le dà.” L’infedele corrotto non va intimidito ma disarmato”.
3) Draghi fa ballare Grecia e Merkel (Repubblica, pag. 4)
Nella drammatica vicenda greca la situazione si complica rasentando la follia, secondo Repubblica dietro l’iniziativa del governatore della Bce, Mario Draghi, c’è un pesante avvertimento a tutti perché capiscano “cosa potrebbe accadere. La verità è che ci troviamo in un caos strutturale e nessuno sa cosa sta facendo…”
4) D’Alema: ora serve il metodo Mattarella anche per il governo (Il Messaggero, pag. 8)
L’ex premier intervistato da Gentili invoca il metodo Mattarella anche per le riforme. Il nome per il Colle lo abbiamo indicato noi della minoranza Dem. L’Italicum non va bene, bisogna cambiarlo. Si parta dal Pd unito e non si arruolino Scilipoti di turno”.
5) Ponzio Pilato non abiti a Bruxelles (Il Messaggero, pag. 1)
Per l’economista Giulio Sapelli di fronte al caso Atene non c’è soluzione possibile se non accettare le proposte di Tsipras, ” i precedenti storici non mancano, tra cui quel che fece l’Italia dopo il discorso di Pesaro di Benito Mussolini nel 1926.
6) In Sicilia la mazzetta è normale. Regione a corruzione speciale (Libero, pag. 1)
Il direttore Maurizio Belpietro scrive una lettera aperta al presidente Mattarella per chiedere se la Sicilia fa ancora parte dell’Italia oppure è da considerarsi una repubblica autonoma. Il riferimento è al democratico Crocetta che si costituisce parte civile in un processo contro un funzionario “perché le tangenti non suscitano particolare allarme sociale”.
7 ) Noi stiamo con il benzinaio che ha ucciso il rapinatore rom (Libero, pag. 1)
“Je suis Graziano Stacchio, il benzinaio che ha sparato”, scrive Mario Giordano in prima pagina a commento della sparatoria nella quale ha perso la vita un rapinatore rom. “Senza se e senza ma, io sono con lui e penso che lo Stato dovrebbe dargli un altro premio al valor civile”.
8) Noi rischiamo di morire americani. Intervista ad Alain de Benoist (Libero, pag. 24)
Il fondatore della Nouvelle Droite, Alain de Benoist analizza il rischio di morire tutti americani, come recita il suo nuovo libro. Nel mirino il patto transatlantico tra Usa e Vecchio continente: “Con la scusa de libero scambio gli stati perderanno la sovranitò e sarà Washington a dettare le regole”.
9) La sconfitta dell’uomo nero (Il Tempo, pag. 1)
Don Fortunato di Noto commenta con amarezza l’ultimo rapporto Onu sull’Isis: bambini cristiani crocifissi, stuprati e sepolti vivi, atrocità mai viste anche con i piccoli disabili. “Io sono quel bambino crocifisso. Parlare di croce è parlare di dolore. Chi mette in croce ha già la sua condanna e il crocifisso la sua vittoria”.
10) Patto non patto. Perché Renzi ha bisogno di Berlusconi più di quanto Berlusconi abbia bisogno di Renzi (Il Foglio, pag. 1)
Nell’editoriale odierno Claudio Cerasa capovolge la vulgata dell’indiscusso successo di Matteo Renzi dopo l’elezione di Mattarella al Quirinale. In realtà il giovane premier ha ancora bisogno della stampella del Cavaliere e il gioco delle parti è destinato a proseguire.