I quotidiani del 16 febbraio visti da destra. Dieci articoli da non perdere
Le prime pagine di oggi, lunedì 16 febbraio, dedicano articoli, analisi e editoriali alla crisi libica e alle minacce contro l’Italia dell’Isis. Grande spazio anche all’attentatore di Copenaghen, Abdel Hamid el Hussein, ventiduenne di origine araba ucciso domenica mattina dalla polizia danese. In secondo piano la rissosa politica interna con le scelte che attendono l’opposizione in questa settimana in cui sono previsti gli incontri con il capo dello Stato Sergio Mattarella.
1) Cattiva coscienza europea (Corriere della sera, p. 1)
Ernesto Galli della Loggia nel suo editoriale sottolinea che l’Europa è ormai incapace di pensare alla guerra come passaggio inevitabile per garantire la propria sicurezza. “L’Italia in specie poi si sa è votata alla pace – scrive – se domani andremo in Libia, se mai ci andremo anche lì c’è da giurarci, non andremo per fermare con le armi le orde dello Stato islamico, cioè con la guerra. No. Dimentichi che non c’è ipocrisia maggiore di quella delle parole, ma decisi a non dismettere la nostra sciocca ideologia, andremo per mantenere la pace“.
2) Nostalgia di Gheddafi dal centrodestra a Prodi (Corriere della sera, p.2)
Storici e politici ora cantano le lodi del regime di Gheddafi: lo rileva Antonio Carioti in un articolo in cui elenca tutti i politici che hanno rilasciato dichiarazioni di fuoco contro lo sciagurato intervento in Libia, voluto soprattutto dalla Francia, che ha aperto le porte al disastro attuale. Tutti nostalgici di Gheddafi: Da Prodi a Gelmini, da Gasparri a Cicchitto, da Giorgia Meloni al leghista Buonanno.
3) “Non c’è più tempo da perdere, il Califfato è alle porte di casa” (la Repubblica, p. 3)
In un’intervista il ministro degli Interni Angelino Alfano conferma la linea del governo già espressa dal ministro Gentiloni: “Non bisogna perdere un minuto, bisogna intervenire in Libia con una missione Onu. Se le milizie del Califfato avanzano più velocemente delle decisioni della comunità internazionale come possiamo spegnere l’incendio in Libia e arginare i flussi migratori?”.
4) “Non ho paura continuerò a lottare per la libertà d’espressione” (la Repubblica, p. 9)
Parla Lars Vilks, il vignettista svedese scampato all’attentato di Copenaghen: “Spero che questo ennesimo attacco, anziché far aumentare la paura, contribuisca ad ampliare la discussione: la libertà d’espressione è un tema fondamentale. Tutti devono prendere posizione netta al riguardo”.
5) Berlusconi applaude il governo. “Sì a un’azione militare” (La Stampa, p.4)
Come hanno reagito le forze politiche al concretizzarsi della minaccia dell’Isis dalla Libia? Stavolta sono tutti d’accordo, con la sola eccezione del M5s: l’intervento diretto sul piano militare dell’Italia non solo non è da escludere, ma è auspicabile. In un articolo Ugo Magri ricorda la mossa di Berlusconi che in una nota auspica un intervento militare come risorsa da prendere in considerazione. Il Cavaliere sottolinea anche di avere avuto ragione nel suo opporsi alla guerra contro Gheddafi: prefiguravo, dice, quali nefasti scenari avrebbe prodotto.
6) La spinta della base del Carroccio perché Salvini corra anche al Sud (Corriere della sera, p. 14)
Nando Pagnoncelli analizza cosa pensa l’opinione pubblica della svolta nazionale della Lega di Salvini. Il 48% considera la Lega un partito che guarda solo agli interessi del Nord mentre il 35% ritiene che abbia a cuore gli interessi dell’Italia nel suo complesso. Il 45% degli italiani inoltre considera possibile la candidatura di Salvini come leader del centrodestra mentre il 36% resta scettico. Sorpresa dagli elettori di FI: nove su dieci vedrebbero bene Salvini leader al posto di Silvio Berlusconi.
7) Tutti gli affari degli amici di Renzi (Il Giornale, p. 1)
Sulla prima del Giornale inchiesta sulla “lobby di Matteo”: chi sono gli imprenditori, editori e banchieri amici del premier? E come si sta espandendo il sistema di relazioni e interessi nato a Firenze? Una prima risposta per il Giornale è la seguente: l’obiettivo della lobby renziana è viale Mazzini.
8) Tamponare subito l’emorragia (Il Tempo, p.1)
Maurizio Gasparri firma un editoriale sul Tempo sull’emergenza Libia e la necessità di scegliere “o sopprimere l’Isis o essere soppressi dall’Isis”. Siamo pronti – si chiede – ai rischi di una guerra? Gasparri auspica che Renzi cambi atteggiamento e che ascolti le parole sagge di Berlusconi e che vengano subito messe in campo politiche per scoraggiare le partenze di massa verso l’Italia dalla Libia, strumento di pressione voluto dai trafficanti di persone e anche dai fondamentalisti.
9) Regionali, caos alleanze nel centrodestra (il Messaggero, p. 6)
Uno scenario di Antonio Calitri ricorda le questioni irrisolte sul tavolo dei leader in vista del voto delle regionali: la grana Campania per Berlusconi, dove i fittiani potrebbero decidere di fare uno “sgambetto” al Cavaliere che appoggia l’uscente Caldoro e quella del Veneto per Salvini, dove Tosi minaccia di presentarsi con una propria lista. Da sciogliere anche il nodo dell’alleanza con Ncd: fondamentale in Campania per vincere ma respinto dai leghisti in Veneto.
10) La crisi in vetrina: anche i negozi ora de-localizzano (Il Sole 24 Ore, p.1)
Rossella Cadeo analizza le tendenze di un settore, il commercio, fortemente provato dalla crisi ma che nell’insieme tiene con performance diversificate per categoria merceologica. Che succede allora al commercio al dettaglio? Più negozi di cellulari e simili, panetterie che si trasformano in boutique, mercerie ormai introvabili e gli ambulanti che ormai rappresentano un quinto delle imprese registrate.