Jobs Act, Meloni: «Vi racconto la barzelletta delle tutele universali»
Al di là delle fanfare e dei trionfalismi renzini, la riforma del mercato del lavoro di tutele ne pone in essere ben poche. Fa un esempio ironico ma non troppo la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Quasi un apologo il suo, più che una barzelletta, per spiegare chi sono gli indifesi del Jobs Act:
Meloni: tutele “decrescenti”
«La conoscete la barzelletta sulle tutele universali del Jobs Act?», si interroga su Fb. Ci sono quattro lavoratori, che hanno lavorato per 4 anni di fila e oggi sono disoccupati. Il primo è il signor Rossi che ha lavorato 4 anni con un contratto di lavoro dipendente: lui avrà diritto a 2 anni di assegno di disoccupazione. Il secondo è il signor Verdi che ha lavorato prima 2 anni con un co.co.pro. e poi 2 anni con un contratto di lavoro dipendente: lui avrà diritto solo ad un anno di disoccupazione». Spiega ancora la Meloni. «Il terzo è il signor Viola che ha lavorato 4 con un contratto di co.co.pro.: lui avrà diritto solo a 6 mesi di disoccupazione. Il quarto è il signor Gialli che ha lavorato 4 anni a partita Iva, perché così ha preteso il suo datore di lavoro: lui non avrà diritto a nulla. A voi fa ridere? No? Eppure Renzi lo trova esilarante», è il commento amaro della Meloni.
Lavoratori di serie C
Più che Jobs Act quella di Renzi passerà alla storia come l’occasione persa. Una riforma del mercato del lavoro incompiuta: «A poco serve infatti il contratto unico a tutele crescenti se non vengono introdotti e previsti ammortizzatori sociali uguali per tutti», ribadisce a più riprese Giorgia Meloni. «Il risultato sarà solo la nascita della categoria dei lavoratori di serie C, la più esposta alla crisi economica, composta dal popolo delle partite iva e dei lavoratori autonomi. E la cosa più grave è che parliamo di una categoria destinata veramente a crescere con la cancellazione dei contratti di collaborazione e che il governo ha tagliato fuori da ogni tipo di garanzia».