Liberazione anticipata di Berlusconi: il giudice dà il via libera
Il giudice di Sorveglianza di Milano Beatrice Crosti ha concesso la liberazione anticipata, di 45 giorni, a Silvio Berlusconi nell’ambito dell’affidamento in prova ai servizi sociali di un anno che sta scontando per la condanna definitiva per il caso Mediaset. Da quanto è stato riferito è stata accolta l’istanza del leader di Forza Italia. La decisione del tribunale di Milano è stata presa nonostante il parere negativo della Procura di Milano, per la quale Berlusconi non si meritava lo sconto di un mese e mezzo ma doveva espiare l’intero anno di affidamento in prova ai servizi sociali. Il parere era stato espresso dal pm dell’ufficio esecuzione. Il leader di Forza Italia è stato condannato in via definitiva, con l’accusa di frode fiscale, a 4 anni di carcere, 3 dei quali coperti da indulto, per il caso Mediaset.
Il Pm aveva dato parere negativo
Sul parere negativo che. come conferma la setenza, non era vincolante ai fini della decisione del giudice Crosti, potrebbe aver influito, si ipotizza, la “diffida” orale e scritta ricevuta dall’ex premier da parte del giudice Crosti per i suoi ennesimi attacchi alla magistratura in alcune interviste andate in onda in tv ma soprattutto durante la sua testimonianza nel processo a carico di Valter Lavitola sulla vicenda degli appalti a Panama. Quel giorno, lo scorso 19 giugno, Berlusconi, aveva detto, rivolgendosi al collegio, che «la magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’impunità piena». Parole con le quali avrebbe violato una delle prescrizioni stabilite dalla Sorveglianza e da lui sottoscritte davanti a Severina Panarello, il responsabile dell’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe), lo scorso 23 aprile data che segna l’inizio dell’affidamento in prova ai servizi sociali: evitare dichiarazioni offensive nei confronti dell’ordine giudiziario. Per l’episodio l’ex capo del governo si era scusato quando, lo scorso primo luglio, fu convocato dal giudice Crosti nel suo ufficio. Scuse poi ribadite nella sua istanza di liberazione anticipata nella quale ha sottolineato che quelle frasi pronunciate nel corso della sua deposizione sarebbero state rimostranze spontanee per il trattamento subito. Anche il 30 gennaio, come ogni venerdì, mentre a Roma si votava per l’elezione del presidente della Repubblica si è recato all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove assiste i malati di Alzheimer, come prevede l’affidamento ai servizi sociali per la condanna nel caso Mediaset. Berlusconi è giunto intorno alle 9 all’istituto dove si è fermato fin dopo le 13.