L’Isis: «Ostaggio ucciso in un raid giordano». Amman: «Morte ai jihadisti»
L’Isis annuncia la morte della donna ostaggio americana, la cooperante Kayla Jean Mueller, in un raid aereo giordano. Lo riferisce su twitter Rita Katz, la direttrice del Site, il sito di monitoraggio del jihadismo sul web. I jhadisti aggiungono che la donna «è rimasta uccisa quando un aereo giordano ha colpito l’edificio dove si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria». Il governo giordano parla però di epediente propagandistico. Funzionari di Amman – citati dalla Cnn – accusano i jihadisti di aver messo in scena «una trovata che ha a che fare con le pubbliche relazioni».
«Pagheranno per ogni capello di Muath»
Ma l’annuncio dell’ Isis sulla presunta morte dell’ostaggio non riuscirà fermare l'”operazione martire Muath“, come è chiamata in codice l’offensiva aerea. «I miliziani dello Stato islamico pagheranno per ogni capello di Muath», annunciano le forze armate di Amman. Un Paese che fino a qualche giorno fa era considerato da alcuni il possibile ‘anello debole’ nella Coalizione a guida americana a causa dei malumori tra l’opinione pubblica sulla partecipazione ai raid contro l’Isis, sembra essersi trasformato in uno dei più temibili nemici del Califfato grazie alla reazione emotiva scatenata dalle scioccanti immagini del rogo in cui è stato fatto morire il pilota. Migliaia di persone, tra le quali deputati, rappresentanti dei partiti politici e di clan tribali hanno preso parte oggi a un corteo ad Amman gridando “Morte all’Isis”.
La cautela del Pentagono
Dal Pentagono arriva cautela. «Non ci sono prove» che la cooperante sia rimasta uccisa in un bombardamento di caccia giordani. Interpellata nel corso del quotidiano briefing al Dipartimento di Stato, la portavoce Marie Harf ha affermato che la notizia della morte della donna americana ostaggio dell’Isis «non puo’ essere confermata in alcun modo»